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L'esigenza assoluta di fare meglio con meno
Frey: “Bisogna investire nella crescita e nell’equità”
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17/12/2012

Inizierei con un collegamento a quanto appena detto dall'onorevole Ferrante, legando le smartcities alle smartcommunities e ai mezzi che le persone utilizzano. Io sono venuto a Roma con il treno e poi con il taxi e non con la bicicletta. Se fossi stato a Milano, forse l'avrei utilizzata e per spostarmi insieme al taxi. La bicicletta è un sistema efficace per muoversi perché non saprei dove lasciare la macchina, quando vado in città due volte a settimana. Il secondo punto è l'innovazione. Il tema è stato trattato e c'è un collegamento con la sessione precedente e riguarda le smartcities.

Uno dei temi chiave delle politiche della sostenibilità riguarda la gestione efficiente delle risorse. La capacità di contenere i consumi migliorando la qualità della vita richiede lo sviluppo di soluzioni "smart" da parte di tutti: consumatoriimpreseistituzioni. Il luogo per elezione per mettere a sistema queste soluzioni, sfruttando le potenzialità delle nuove tecnologie e delle informazioni diffuse ("big data"), sono le città nelle quali nei prossimi 50 anni è destinato a vivere il 70% dei 10 miliardi di abitanti che popoleranno il Pianeta. È stata sottolineata, nella precedente introduzione, la transizione forte del contesto territoriale quali sono le città, che si inserisce nella smartcities in generale. In quest'ottica farò una rapidissima panoramica, visto che c'è stato un evento importante (Eco 20) sulle questioni della sostenibilità e questa fa vedere quante cose stanno cambiando, in positivo e in negativo, rispetto anche alle altre parti del mondo. Cosa sta succedendo negli altri Paesi?

È stata citata la Cina, ci sono dei Paesi che si stanno muovendosi con delle dinamiche per verificare cosa si può fare per i cambiamenti climatici. Il terzo punto: per gestire le cose ci vuole una logica di sistema. Bisogna essere capaci di fare sistema. Il nostro Paese, da questo punto di vista è un campione mondiale d'incapacità, quindi qualunque passo in questa direzione sarà ben accetto per uscire dalla crisi in cui siamo, che ci posizioni, se possibile, non dico meglio - questo è un evento - ma meno peggio e ci dia un buon punteggio. Questo è soltanto un flash sulle condizioni di vita. Ci vogliono delle politiche di sistema come quelle citate, ci vogliono incentivi (abbiamo sentito parlare del fotovoltaico, del sistema dei trasporti, e quindi la capacità di gestire le politiche) non solo con incentivi, per indirizzare la transizione verso la mobilità, energia e salute.

Nel 2050 il 70% delle popolazioni mondiali sarà concentrata nelle grandi città. In quest'ottica esistono dei centri verso cui orientare la ricerca. Lo smart non si limita al tema della mobilità, nelle comunità, ma affronta il tema della sostenibilità. Ed è un tema importantissimo per il nostro Paese, è quello che riguarda la salute. Noi siamo i primi nell'innovazione ma siamo in una fase di transizione e in un periodo di crisi. Bisognerebbe uscire dalla crisi sfruttando un periodo d'innovazione, di cambiamento. Questo è un effetto che mette a nudo quelle che sono le debolezze all'interno del sistema. In quest'ottica, quindi, noi abbiamo un riferimento generale anche in termini di communities: anche dentro l'Europa che traccia le scommesse, si ha una visione strategica.

Parliamo di mobilità, con la rappresentazione di ciò che è successo negli ultimi 50 anni nel settore automobilistico. Un settore destinato a chiudere il nuovo ciclo eppure noi ci siamo trovati nella situazione che questo ciclo sia rilanciato attraverso l'innovazione.

Se guardiamo alle due punte del settore automobilistico, le potenzialità per un rilancio ci sono. Eppure ci sono analisi di mercato fallimentari per il settore. Noi dobbiamo ragionare sulla mobilità e non di auto, anche perché le auto, in una città smart, ci sono sempre meno.

Ma l'Italia come è messa dal punto di vista dell'innovazione sugli investimenti? Da una parte abbiamo la ricchezza pro-capite e dall'altra le emissioni di CO2. Ci sono tre gruppi di Paesi e si capisce subito qual è il peggiore: gli Stati Uniti, con altissima emissione il CO2 con una ricchezza demografica che non è particolarmente elevata. La Norvegia, grande Paese, con le emissioni di CO2 non perfette. L'Italia è nel mezzo, piccolissima, però siamo in una fase centrale, un po' vicini alla Germania. Si capisce che siamo in ritardo di investimenti rispetto fronte agli altri Paesi. Ci portiamo dietro anche la Corea che sta facendo investimenti mirati significativi. La Corea ha investito l'80% delle proprie risorse, per l'uscita dalla crisi, sulla green economy. L'Italia è potente, sta in mezzo agli altri Paesi, ma abbiamo questa carenza del sostegno all'innovazione.

Lo dico ai miei figli: bisogna avere un'idea del futuro, è essenziale. Oggi ci chiedono un sacco di sacrifici e se non li facciamo per qualcosa, ci sentiamo frustrati. Allora la visione del futuro è la capacità di una polis di lungo periodo, e al tempo stesso la capacità di collocarla in mezzo agli altri Paesi. È stata citata la qualità della vita, insieme alla capacità di fare meglio con meno. Esigenza assoluta. Stiamo distruggendo il nostro capitale morale. L'ing. Moretti citava lo spazio fisico delle città, in altri termini il suolo; sappiamo quanto è importante; l'acqua che ci genera una serie di servizi. Noi stiamo consumando suolo da trent'anni a questa parte, in modo sconsiderevole. La concentrazione, dal punto di vista della funzionalità dei servizi, è sul suolo. Se possibile non continuare su questa strada. L'energia, molto green, è una delle risorse, ma la sfida del prossimo millennio è l'acqua. Anche a Roma la capacità di disporre di acqua di qualità si è ridotta drasticamente, negli ultimi 50 anni. Ed era un territorio che ne faceva un punto di forza.

Per fare queste cose ci toccherà investire il 2% del Pil mondiale, una cifra che si aggira attorno a 1.300 miliardi di dollari. L'Ocse parla della green economy come crescita sostenibile: oggi siamo tutti consapevoli che la crescita è una necessità che risponde agli obiettivi e che si concentra in efficienti risorse. Fare meglio con meno, per ottenere la qualità della vita. Alla conferenza sullo sviluppo sostenibile a Rio+20 non si sono messi d'accordo perché mondo ed equilibri sono cambiati. I Paesi asiatici stanno crescendo ma non le risorse e continueranno a inquinare per i prossimi 100 anni se non ci sono scelte consapevoli. C'è bisogno di crescita ed equità.

Eco-innovazione e smartcities. Un esempio virtuoso è la città di Friburgo, che da anni è orientata al solare ed è diventata green city, ma anche in alcuni Paesi emergenti stanno creando delle città verdi.

Cosa si dovrebbe fare? Ci sono alcune delle tante indicazioni, la prima delle quali è accrescere la consapevolezza, soprattutto lo devono avere le nuove generazioni, è lì che si costruisce il loro futuro. Bisogna usare le reti anche fiscali, misurare i risultati per far sì che questi non siano solo slogan che poi non danno effetti sostanziali, ci sono i sistemi per questo. Altro punto è trovare le risorse per compensare la riduzione della spesa pubblica. Questi dati passano agli Stati Generali della Green Economy, sulla finanza e sull'economia sostenibile. Ci sono una ventina di proposte che verranno messe sul tavolo del Governo. Quindi ci sono tutti gli strumenti per sostenere la green economy specificamente per il trasporto sostenibile. Non mancano le risorse strategiche, non mancano gli strumenti, forse vale la pena di darsi da fare.

Vedi il video dell'intervento sul nostro canale Youtube

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