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Il fiore è servito, un nuovo ingrediente per le diete del futuro
Uno studio dei ricercatori dell’Università di Pisa rivela le proprietà antiossidanti di 12 specie di fiori come viole, petunie, begonie o fucsie e il loro gusto soffice e profumato
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12/09/2016

Nella dieta del futuro non ci saranno solo insetti o alghe, ma anche i fiori. Non sono, infatti, solo belli ma anche buoni da mangiare, come la begonia il cui gusto ricorda il limone o il naturzio che sa di ravanello e, cosa che non guasta di certo, anche a “prova  salute”, sono infatti ricchissimi di antiossidanti. Questo quanto è emerso da uno studio di un gruppo di ricercatori del dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-Ambientali dell'Università di Pisa pubblicato sulla rivista Scientia Horticulturae.

La ricerca è partita dal lavoro di tesi di Elisa Bortolotti, autrice dell’articolo insieme a Stefano Benvenuti e Rita Maggini, e ha preso in esame dodici specie comunemente utilizzate solo come piante ornamentali, dalla viola, alla petunia, alla fucsia. Come rivelato dalle analisi svolte nei laboratori della sezione di Orticoltura e Floricoltura diretti dal professore Alberto Pardossi, il potere antiossidante dei fiori è risultato significativamente superiore a quello dei comuni ortaggi da foglia e, a eccezione dei bassi valori misurati nella boraggine (solo 0,5 mmol FeSO4 /100 g di peso fresco), variava da 3,6 della calendula al 70,4 del tagete (il garofano d’ India). “Parte di questa elevata attività antiossidante è dovuta all’alto contenuto di antociani, almeno nel caso dei fiori con colorazioni rosso o blu – hanno spiegato i ricercatori – e infatti le migliori proprietà nutraceutiche sono presenti nei fiori più pigmentati”. Ma oltre a rivelare le proprietà nutraceutiche, lo studio ha cercato di valutare anche l’appetibilità dei fiori attraverso dei test di assaggio. A parte alcuni fiori non graditi soprattutto per l’eccessiva consistenza come ad esempio la fucsia, la maggior parte sono stati apprezzati, come ad esempio il nasturzio il cui gusto ricorda il ravanello, la begonia che richiama il limone o l’ageratum, una pianta molto comune nei giardini con i suoi innumerevoli fiori blu, che sa di carota. “Superata una certa diffidenza iniziale rispetto a questo ‘strano cibo’, spesso i fiori ricordano sapori speziati, acidi talvolta simili ai comuni ortaggi ma con una consistenza e palatabilità diversa, più soffice e profumata – concludono i ricercatori - e certamente sebbene non possono certamente diventare un alimento base della nostra dieta essi costituiscono una importante opportunità in termini di sapori e salute”.

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