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Italia “rimandata” in ambiente sulle infrazioni UE
Il fronte caldo riguarda la normativa sui rifiuti con 60 milioni di euro di multe in 7 mesi
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18/09/2015
Italia ultima della classe per infrazioni alla normativa Ue e soprattutto “indisciplinata” per quanto riguarda l’ambiente. In totale le procedure di infrazione aperte contro l’Italia sono 99 e sono 18 le infrazioni sullo scorretto, incompleto o mancato recepimento di Direttive strettamente ambientali cui si devono aggiungere altre 5 infrazioni che riguardano materie contigue all’ ambiente come la pesca sostenibile nel Mediterraneo, l’efficienza energetica e le prestazioni energetiche in edilizia, il commercio sostenibile di cani, gatti e furetti ecc. Questa lista dei “cattivi” che si riferisce al 2014 (alcuni casi provvedimenti recenti hanno cercato di superare le procedure di infrazione) è contenuta nel Rapporto annuale della Ue sulle infrazioni degli stati membri. Il fronte più caldo riguarda la normativa sui rifiuti, per questa materia una sentenza di dicembre scorso della Corte europea di Giustizia ha condannato Roma, per la violazione della Direttiva sui Rifiuti, al pagamento di una sanzione forfettaria di circa 40 milioni di Euro e di una penalità semestrale di circa 42 milioni di Euro, cifra a scalare per ogni discarica che verrà messa a norma. Altra multa in una sentenza di luglio scorso, sempre per la violazione della Direttiva Rifiuti riguardo questa volta l’emergenza Campania: 20 milioni di euro forfettari più 120 mila euro per ogni giorno di ritardo nell’ applicazione della sentenza. Tra le procedure di infrazione in tema rifiuti c’è anche quella che riguarda la Discarica di Malagrotta a Roma e altre discariche nel Lazio per cui l’Italia è stata condannata dalla Corte di Giustizia europea. Il Ministro dell’ambiente Gianluca Galletti ha più volte ribadito che "c’è uno sforzo coerente da parte nostra per superare le infrazioni comunitarie ed evitare che l'Italia paghi multe salate per ritardi del passato",  ma ha mandato anche un avvertimento alle amministrazioni regionali e locali  inadempienti: “le somme pagate dall'Italia per queste sanzioni europee saranno oggetto di procedura di rivalsa nei confronti delle amministrazioni locali”. Un processo di infrazione europeo si divide in diverse fasi. Quando la Commissione rileva una violazione della normativa Ue spedisce allo stato membro una “lettera di costituzione in mora”. Il governo nazionale ha due mesi di tempo per fare le sue osservazioni in merito. Se le risposte non arrivano o non soddisfano la Commissione scatta il “parere motivato”. Dopo altri due mesi, se lo stato non si è conformato, l’Ue chiede di avviare un processo contezioso alla Corte di Giustizia. Se la nazione non comunica di aver attuato la direttiva allora si può imporre il pagamento (la sanzione minima per l’Italia è stata fissata a 8.854.000 milioni di euro, ma per ogni giorno di ritardo nell’applicazione della sentenza si oscilla tra i 10mila e i 652mila euro di mora).

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