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Ponte nelle Alpi, Comune virtuoso grazie ai cittadini
parola di Sindaco
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08/03/2012

Ogni anno, dal 1994, Legambiente premia, l'iniziativa "Comuni Ricicloni", patrocinata dal ministero dell'Ambiente: comunità locali, amministratori e cittadini che hanno ottenuto i migliori risultati nella gestione dei rifiuti (raccolte differenziate avviate a riciclaggio, ma anche acquisti di beni, opere e servizi, che abbiano valorizzato i materiali recuperati da raccolta differenziata). Quest'anno si conferma per la seconda volta vincitore assoluto Ponte nelle Alpi, un comune di 8.500 abitanti in provincia di Belluno. Eco-news ha intervistato Ezio Orzes, consigliere comunale e assessore all'Ambiente dal 2004 e, fra le altre competenze, membro del Consiglio direttivo dell'associazione nazionale dei Comuni Virtuosi, una rete di enti locali impegnati nella riduzione della propria impronta ecologica. Ponte nelle Alpi si aggiudica nuovamente il podio di "Comuni Ricicloni": un tale risultato è possibile solo grazie ad un'eccellente sinergia fra i cittadini, che devono mettere in atto i giusti comportamenti, e le istituzioni che devono realizzare servizi efficienti e attuare strategie congruenti. Come ci siete riusciti? La nostra storia parte da molto lontano: da una battaglia che molti cittadini hanno condotto sul territorio contro il progetto di una discarica di circa 1 milione di metri cubi. Oltre alla protesta alcuni di noi si rendevano conto che era difficile rifiutare una discarica vivendo in un Comune che aveva delle performances molto basse nella raccolta differenziata. Abbiamo, quindi, affiancato alla protesta momenti di approfondimento invitando, come cittadini, alcune delle migliori esperienze che c'erano sul territorio nazionale e facendoci un'idea di quale dovesse essere la strada che un Comune come il nostro poteva intraprendere per affrontare concretamente e risolutivamente il problema dei rifiuti. In quel periodo c'erano anche altri problemi di carattere ambientale che avevano dato vita a comitati di cittadini e che erano inascoltati dall'amministrazione comunale. Nel 2004 il Forum dei Cittadini ha tradotto questi approfondimenti in un progetto politico che, arricchito dal contributo di tanti è confluito nella costituzione di una lista civica la quale, con ampio consenso, ha vinto le elezioni amministrative ed è stata riconfermata alle elezioni amministrative del 2009 a dimostrazione di come scelte amministrative forti e coerenti possono portare a risultati positivi anche in termini di accettazione e di consenso. Abbiamo investito molto nel confronto con i cittadini è stato costante, discutendo pubblicamente in merito al progetto di servizio rifiuti che si voleva realizzare ne ha conseguito una comune e forte volontà di effettuare un cambiamento radicale nella gestione del servizio stesso che si è poi tradotto in una grande collaborazione. Abbiamo coinvolto (e continuiamo a farlo) attivamente le scuole con lezioni ed incontri mirati: oggi i ragazzi sono responsabili nei loro istituti della raccolta differenziata e della pulizia degli ambienti interni ed esterni. Ciò ha creato un clima positivo e propositivo per cui una volta lanciata la sfida tutti si sono misurati nel provare ad offrire soluzioni anche a problemi particolari come quello dei pannoloni degli anziani e dei pannolini dei bimbi per i quali si è realizzato un servizio ad hoc di conferimento differenziato all'Ecocentro (a ciò si è affiancata una campagna informativa/formativa rivolta alle mamme sull'uso dei pannolini lavabili). Non sono mancate le polemiche e le critiche, ma nel tempo i confortanti risultati hanno raccolto il consenso generale per cui ad oggi nessuno tornerebbe più indietro.
Quali sono stati gli ostacoli (ideologici, burocratici, pratici) più duri da superare? C'è stata una resistenza iniziale da parte di alcune categorie le quali temevano che tutto ciò portasse ad una aumento delle bollette poiché si credeva che la raccolta differenziata porta a porta incrementasse il costo del servizio. In realtà, in 3 anni abbiamo avuto una diminuzione del 14% dei costi. D'altronde, siccome abbiamo una tariffa che per la parte variabile è determinata sul secco residuo (per cui c'è una parte fissa ed una variabile che viene calcolata sul numero degli svuotamenti dei contenitori), il principio è che più si differenzia, meno secco residuo rimane, per cui meno si paga. E questa componente di risparmio economico ha incentivato molto anche i meno sensibili al problema! Inoltre, abbiamo registrato una diminuzione del fenomeno dell'abbandono dei sacchetti lontano dai cassonetti. Purtroppo, mi sono reso conto che la componente più arretrata quando si parla di sistemi di questo tipo è la parte politica tant'è che io ho trovato più disponibilità ed apertura da parte dei cittadini! Il fatto è che si tratta di gestire in maniera più responsabile gli scarti che abbiamo in casa e se si propone un servizio semplice da proporre e da utilizzare, ecco che è molto più facile fare bene che sbagliare. La ritrosia della politica viene dal fatto che quando si conosce poco un tema, si ha poco coraggio e poca voglia di lavorare (cambiare le cose richiede impegno). Inoltre, si è portati a pensare che cambiare in modo radicale le abitudini dei cittadini possa avere contraccolpi negativi in termini di consenso. Io credo che la politica debba svolgere il suo ruolo che in questo caso è definito in modo molto chiaro dalle norme nazionali ed europee: i Comuni devono raggiungere il 65% della raccolta differenziata e noi abbiamo sperimentato che si può non solo raggiungere, ma anche facilmente superare. Fare grandi impianti di incenerimento, oltre al costo, implica anche che nel tempo io devo mantenere un livello di "approvvigionamento" di rifiuti tale da sostenerne l'attività. Ora, se si raggiunge almeno quel 65% le cose si semplificano perché per gestire il rimanente non servono più grandi impianti di incenerimento o grandi discariche. Il ragionamento dovrebbe essere ribaltato: si è visto che è possibile riciclare fino al 95% dei rifiuti per cui quel 5% che rimane dovrà essere affrontato in maniera diversa, ossia partendo dalla considerazione che c'è un errore di progettazione dei beni. Non è possibile che nel terzo millennio ci sia qualcuno che immette sul mercato dei beni non completamente riciclabili! Ed è qui che la ricerca deve procedere in termini di riprogettazione di materiali. Noi siamo abituati a pensare al riciclo come ad un settore marginale in ambito industriale rispetto al mondo della produzione. Qui in Veneto si sono create in pochi anni imprese specializzate nel recupero dei materiali con un livello di efficienza elevato e tecnologia sofisticatissima. Ci sono aziende che modificano il loro ciclo industriale per poter inserire l'uso di questi materiali realizzati dalla filiera del riciclo e che, in termini di costi, hanno una andamento più costante dei prezzi rispetto alle materie prime importate. Per via del fatto che l'Italia ne ha poche: ovvio che se il nostro Paese entrasse nell'ottica del recupero di tali materie dai rifiuti che produce, potrebbe evitare di acquistare dall'estero accrescendo la produttività e l'occupazione. Tornando alla nostra esperienza, abbiamo verificato che siamo passati da una spesa di oltre 450 mila euro per smaltire l'indifferenziato, ad una di 38.000 euro nel 2010, ossia una riduzione del costo di smaltimento del 92%! Ovvio che attivare questo servizio ha richiesto più persone per cui abbiamo assunto altre sei persone coadiuvate da 4 prese da una cooperativa. Abbiamo,così, sostituito una voce di costo (per spedire i rifiuti sotto terra) in occupazione con un risparmio effettivo finale per i cittadini.
Questo dovrebbe stimolare le amministrazioni nel procedere in modo più deciso verso tali soluzioni. Se dovesse suggerire ad altri Comuni i "pilastri" concettuali/operativi fondamentali per riprodurre un'esperienza come la vostra, che cosa direbbe?

Innanzitutto, occorre creare la partecipazione attiva dei cittadini: noi abbiamo fatto tantissime assemblee, anche nei garages dei condomini per poi andare a risolvere problemi particolari. Poi occorre una gestione molto attenta del servizio il quale richiede estrema organizzazione e puntualità. Infine, la comunicazione: noi siamo riusciti a trasferire un'idea alla gente. In altri termini, l'obiettivo che ci siamo dati non era quello di migliorare il servizio di raccolta differenziata, ma di fare capire che vantaggi tutto ciò avrebbe comportato per la comunità. Questa è una cosa che la politica sottovaluta troppo spesso: non bisogna trasferire solo informazioni, ma anche costruire cose insieme perché ciò che si realizza non sarà più solo la bandiera dell'amministrazione, ma un patrimonio della comunità. Da due anni stiamo lavorando su un progetto sollecitato dalla parte italiana di una multinazionale (la Procter &amp Gamble) che ci ha contattati sostenendo che la nostra raccolta differenziata è stata talmente spinta da mettere a nudo l'insostenibilità di alcune loro produzioni per cui hanno chiesto una collaborazione per verificare la possibilità di riciclare completamente questi materiali. In questi anni di sperimentazione abbiamo messo a punto un processo industriale molto semplice, poco costoso e che non fa uso di sostanze chimiche, che è in grado di recuperare completamente la materia dai pannolini, ossia plastiche di ottima qualità e cellulosa. Nel futuro vogliano anche affrontare la sfida di quel 5% che rimane dal riciclo riconvertendo la produzione oppure cercando forme sostenibili per recuperare la materia delle discariche. 

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