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Salute ancora incerta per la natura del Vecchio Continente
Solo il 16% degli habitat è in buone condizioni, lo dice un rapporto Ue che esamina lo stato di conservazione degli habitat prioritari e delle specie avifaunistiche
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08/06/2015

Il patrimonio naturale europeo di pregio non gode di buona salute. Solo il 16% del territorio individuato dalla Direttiva Habitat è in buono stato di conservazione (il 30% è addirittura ad alto rischio), mentre le cose vanno un po’ meglio per la popolazione degli uccelli classificati dalla Direttiva Uccelli, il 52% infatti gode di buona salute, mentre il 17% è minacciato e rischia l’estinzione. Questa fotografia “verde” del vecchio continente è contenuta nel Rapporto “The State of Nature in the European Union”, appena pubblicato dalla Commissione, che viene redatto ogni 6 anni sullo stato di conservazione degli habitat prioritari e delle specie avifaunistiche individuate dalla due direttive e costituisce la base per l’aggiornamento della strategia europea sulla biodiversità. La direttiva Habitat definisce oltre 231 ambienti naturali di pregio e il regime di protezione interessa circa il 18% del territorio europeo e il 4% dei mari che costituiscono la rete Natura 2000. “Si tratta – sottolinea Stefano Leoni, docente di diritto ambientale all'Universita' Piemonte Orientale ed ex presidente del Wwf - della rete coordinata di aree protette più estesa al mondo. Secondo studi condotti dall’UE questa rete offre servizi eco-sistemici per un valore equivalente a 200/300 miliardi di euro all’anno. Molto più dei costi della loro gestione”.  Le minacce principali per gli habitat si chiamano pratiche agricole non sostenibili, uso di prodotti chimici, sovrasfruttamento delle risorse idriche, coltivazione di cave e miniere. Per gli habitat marini le minacce vengono dall’ “overfishing”, dall’acquacultura, dai cambiamenti climatici ed anche dalle pressioni delle attività dell’uomo. Gli habitat più minacciati si trovano nelle regioni Boreali e Atlantiche, ma proprio in queste due regioni si sono registrati in questi 6 anni i miglioramenti più incisivi, dell’11% e del 10% rispettivamente. Ad esempio sono stati recuperati alcuni tratti delle lagune costiere della Danimarca, un sistema che non gode di buona salute, grazie ai progetti LIFE. Tra gli ambienti naturali, invece, quelli maggiormente in sofferenza sono le zone umide che si sono ridotte al solo 2% di tutto il territorio dell’Europa. Sul fronte degli uccelli, secondo il Rapporto le specie tutelate dalla Direttiva Uccelli sono in migliori condizioni nei siti di Natura 2000 grazie a programmi di conservazione e gestione del territorio, come è avvenuto in Spagna, Germania, Austria, Ungheria e Portogallo. In queste nazioni, grazie a questi programmi si è arrestato il declino dell’otarda otis tarda, un uccello che per vivere ha bisogno di spazi aperti (praterie, steppe ecc). Anche per gli uccelli le aree dove è maggiore il rischio declino ed estinzione sono le regioni Boreali e Atlantiche, mentre le popolazioni sono in migliore salute nella regione del Mar Nero e in quella Alpina.

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