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Cervelli in fuga dall’Italia anche per tutelare l’ambiente
Flaviano Bianchini ha fondato Source international, un’organizzazione no profit per proteggere le popolazioni locali dai danni provocati dalle industrie estrattive
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06/03/2015

L’aumento della domanda e del prezzo delle materie prime nell’ultimo decennio ha portato ad un incremento esponenziale della pressione di queste attività su ambiente e popolazioni locali. Ad esempio nella foresta amazzonica peruviana nel 2004 erano presenti 14 concessioni petrolifere, nel 2010 erano 67 e nel 2012 la percentuale del territorio concesso alle multinazionali petrolifere è arrivato al 92. Chi soffre maggiormente gli effetti di questo boom sono le comunità locali che non ricevono quasi mai benefici, ma anzi devono affrontare gravi problemi ambientali e di salute. Proprio per aiutare queste popolazioni ad avere il controllo di quello che accade intorno a loro, Flaviano Bianchini, un giovane ambientalista e naturalista marchigiano, ha fondato Source International ed è entrato a far parte di Ashoka, il più grande network internazionale di imprenditori sociali che ora è arrivato anche in Italia per mettere in rete i migliori innovatori “made in Italy”. Ma cosa fa Source International? Permette di accedere a dati scientificamente certi ed affidabili su tutte le matrici ambientali, dati che possono essere utilizzati sui tavoli di negoziazione e nei tribunali e nello stesso tempo forma personale locale per fare un monitoraggio socio-ambientale delle attività estrattive. Tra le storie di successo dell’organizzazione, come racconta Bianchini, c’è quella delle comunità indigene di Canaán de Cachiyacu e Nuevo Sucre dell’Amazzonia peruviana dove sono in attività 88 pozzi petroliferi. Le comunità erano in grande sofferenza, non c’era nessuna fonte di acqua potabile, l’incidenza di malattie gastrointestinali era oltre il 50%, la mediana di mortalità (l’età a cui muore il 50% della popolazione) era 28 anni, meno della metà del valore nazionale. Inoltre le due comunità ricevevano un indennizzo pari a 9.000 US$ all’anno. “Grazie al nostro lavoro –spiega Bianchini- le due comunità hanno ottenuto un piano di risanamento ambientale, nuove fonti di acqua potabile e un indennizzo di 900.000 US$ all’anno e in 2 anni le malattie gastrointestinali si sono ridotte della metà”. In Messico, nella comunità di Carrizalillo che ospita una delle più grandi miniere d’oro a cielo aperto del mondo c’è stato un analogo percorso. “Quando abbiamo iniziato a lavorare lì nel 2012 –racconta Bianchini- la comunità non riceveva alcuna forma di indennizzo economico, era senza acqua potabile e con l’agricoltura in ginocchio, visto che l’80% delle loro terre erano in concessione alla compagnia. Grazie al nostro supporto la comunità ha ottenuto un tavolo di negoziazione e grazie a questo tavolo sono arrivati indennizzi quali un nuovo ospedale, un approvvigionamento d’acqua, 90 borse di studio all’anno, un sistema fognario e nuove strade”. Fino ad oggi Source ha seguito 18 casi, in nove paesi in quattro continenti e ora sta guardano al futuro. “Negli ultimi mesi –dice Bianchini- stiamo crescendo molto velocemente e per il futuro prossimo abbiamo due grandi obbiettivi l’apertura di un nuovo ramo dell’organizzazione negli Stati Uniti e l’implementazione di un nuovo business model su cui stiamo lavorando ormai da quasi un anno che è quello di dare alle imprese la possibilità di monitorare la loro catena di approvvigionamento”.

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