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Ma dove finisce la nostra raccolta differenziata?
Lo studio di Hera pubblica “Sulle tracce dei rifiuti”, che rivela un trend positivo
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27/10/2012

Lo studio dell'Hera (Holding Energia Risorse Ambiente) "Sulle tracce dei rifiuti" è oggi unico nel suo genere in Italia. Cofinanziato dalla Regione Emilia-Romagna e certificato da DNV Business Assurance e giunto alla sua terza edizione, lo studio dimostra dati importanti: ben il 93% dei rifiuti differenziati si trasforma in materiale recuperato. Da casa ai cassonetti, fino alle 125 imprese recuperano effettivamente i materiali, il report di Hera dimostra che l'impegno quotidiano dei singoli cittadini non va sprecato.
L'azienda per il servizio pubblico di Energia Acqua e Ambiente con sede a Bologna, ha seguito le diverse tipologie di rifiuto differenziato raccolte nel 2011 sul territorio servito, lungo tutto il suo tragitto fino all'effettiva re-immissione nel ciclo produttivo della materia recuperata. Giunti alla terza edizione, è oggi possibile confrontare l'andamento rispetto agli anni precedenti: il recupero della plastica è cresciuto sensibilmente rispetto al 2010, passando dal 78,4% all'86,4%, (22,8 kg/abitante), mentre quello degli altri materiali è rimasto sostanzialmente stabile. Tutti i dati sono disponibili sul sito web di Gruppo Hera. Eco-news ha parlato con Filippo Bocchi, direttore Corporate Social Responsibility di Hera, che ha seguito da vicino l'intero progetto. Come mai Hera ha deciso di seguire le tracce dei rifiuti destinati al riciclo? Abbiamo capito che c'era bisogno di uno strumento del genere dalle richieste dei cittadini, sempre più curiosi di sapere dove vanno a finire i rifiuti che s'impegnano quotidianamente a separare e quanti di questi sono effettivamente recuperati. L'obiettivo del nostro report è proprio quello di dare garanzie sull'effettivo recupero dei materiali provenienti dalla raccolta differenziata.
Che politica aziendale di riduzione d'impatto ambientale adotta oggi la Hera e come può essere contestualizzato il report "Sulle tracce dei rifiuti"?
Il Gruppo Hera è impegnato a minimizzare gli impatti ambientali, diretti e indiretti, dell'attività aziendale per preservare l'ambiente naturale a beneficio delle future generazioni. Questo impegno trova traduzione nei risultati e negli obiettivi pubblicati annualmente nel bilancio di sostenibilità: riguardano lo sviluppo della produzione di energia da fonti rinnovabili e assimilate, la gestione sostenibile dei rifiuti urbani, il contenimento delle emissioni, la lotta al cambiamento climatico e l'altra estensione delle certificazioni ambientali. Accanto a questa quadratura s'inserisce il report "Sulle tracce dei rifiuti", che pone l'attenzione annualmente sul recupero dei rifiuti urbani raccolti da Hera.
Quanto ritenete importante informare i cittadini italiani su best practices del riciclo dei rifiuti italiani e quali sono secondo voi gli argomenti più importanti su cui una persona dovrebbe informarsi per convincersi dell'importanza di riciclare i propri rifiuti?
Informare i cittadini e renderli consapevoli degli sforzi che facciamo per una corretta gestione dei rifiuti è fondamentale. Le direttive europee danno maggiore importanza al recupero dei rifiuti rispetto alla raccolta differenziata e anche per questo diventa indispensabile dare risposte concrete e corrette su questi argomenti spiegando dove vengono trattati e come vengono recuperati. Il nostro report è una best practice nella rendicontazione sul recupero dei rifiuti. Siamo l'unica azienda italiana a farlo.
Come funziona oggi la raccolta differenziata in Emilia-Romagna e perché secondo voi gode di record nazionali in termini di quantità di rifiuti raccolti e partecipazione da parte dei cittadini?
L'Emilia-Romagna si trova ai vertici in Italia per quantità di rifiuti raccolti in modo differenziato. Considerando i capoluoghi di provincia con popolazione superiore a 100.000 abitanti, sette delle prime dieci città con le migliori performance in Italia si trovano in regione (cinque di queste sono gestite da Hera). Considerando invece i capoluoghi di provincia con popolazione superiore a 300.000 abitanti, il comune di Bologna si colloca al terzo posto in Italia (fonte: elaborazione su dati Legambiente, Ecosistema Urbano). Questi risultati sono sicuramente influenzati dalla presenza di competenze di tutto rilievo nelle varie fasi della pianificazione, programmazione e gestione dei rifiuti. Incide anche la decisione delle istituzioni dell'Emilia-Romagna di assimilare ai rifiuti urbani parte dei rifiuti derivanti da attività produttive, commerciali e artigianali.
Questa decisione consente maggiore tracciabilità e controllo sul corretto smaltimento e sul recupero. Quanto è avanti l'Emilia-Romagna rispetto ad altre regioni italiane?
Il progetto "Sulle tracce dei rifiuti" è stato cofinanziato dalla Regione Emilia-Romagna attraverso la specifica linea d'intervento individuata dal Piano d'Azione Ambientale riguardante interventi per la tracciabilità dei rifiuti. Questa linea di intervento ha finanziato dieci progetti innovativi riguardanti la tracciabilità dei rifiuti che si concluderanno nei prossimi mesi. Hera è impegnata sul fronte dell'innovazione dei servizi di raccolta dei rifiuti con esperienze come i sistemi di controllo del conferimento che consentono l'utilizzo del cassonetto solo agli utenti abilitati oppure come il "Rifiutologo", un'applicazione per smartphone che fa conoscere dove conferire i singoli materiali. Anche sul fronte degli impianti di selezione e recupero gli investimenti del Gruppo sono notevoli e riguardano i digestori anaerobici, impianti in cui i rifiuti sono trasformati in compost ed energia elettrica (un impianto già in funzione, due in costruzione e ulteriori tre previsti per i prossimi anni) e la realizzazione di linee per la selezione dei rifiuti differenziati dotate di lettori ottici, che consentono una selezione più veloce e precisa, assicurando percentuali più alte di materiale effettivamente destinato a recupero (due impianti già utilizzano questa tecnologia e ulteriori tre la adotteranno). Grazie anche a questi progetti Hera otterrà un'ulteriore riduzione del ricorso alla discarica per lo smaltimento dei rifiuti urbani. Ricorso che già nel 2011 è molto inferiore alla media italiana. Nel 2011 solo il 23% dei rifiuti urbani è stato destinato alla discarica, il resto è stato oggetto di recupero di materia o energia. In Italia il ricorso alla discarica è pari a circa il 50%.
L'Emilia-Romagna è a oggi sicuramente una regione d'esempio per il resto della Penisola in materia raccolta differenziata, pensate di ampliare questa indagine anche sulle altre regioni italiane o chi secondo voi dovrebbe prendere esempio e riproporre un report simile nella propria Regione?
Sarebbe certamente auspicabile che strumenti come il report "Sulle tracce dei rifiuti" fossero introdotti in ogni regione per rendere maggiormente trasparente e tracciabile l'intera filiera del recupero dei rifiuti, informando i cittadini su quanto materiale è effettivamente riciclato dalle attività di selezione e recupero dei rifiuti e quali sono le aziende coinvolte nel ciclo. I gestori del servizio di raccolta dei rifiuti, insieme alle istituzioni, si dovrebbero fare carico di fornire queste informazioni per i loro territori di competenza. Che criteri avete adottato nella scelta delle 44 imprese di prima destinazione della raccolta differenziata e come pensate di rassicurare i cittadini sull'onestà dei metodi adottati dalle imprese coinvolte in questo report? Le 44 aziende coinvolte sono state la prima destinazione dei rifiuti provenienti dalla raccolta urbana nel 2011 analizzati nel progetto: carta, verde (sfalci e potature), organico, vetro, legno, plastica, ferro e metalli (imballaggi in alluminio, acciaio e banda stagnata). Queste imprese effettuano lo stoccaggio, la selezione o la prima lavorazione dei materiali raccolti per poi inviarli agli impianti di recupero. Per l'organico e il verde tali imprese eseguono anche il recupero del materiale.
Le imprese coinvolte nella vostra ricerca sono da considerarsi rappresentative di una buona politica ambientale in Emilia Romagna?
Certamente. L'interesse e la collaborazione dimostrata nel progetto da tutti i protagonisti coinvolti e i risultati ottenuti sono la prova concreta che c'è estrema consapevolezza dell'importanza del progetto presentato. Comunicare in modo trasparente ed efficace i risultati che si stanno ottenendo nella raccolta differenziata non può che essere motivo di continuo miglioramento e impegno da parte di tutti.

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