Logo
con il patrocinio di
Roma come San Francisco
Sul riciclo la proposta di Jack Macy
CONDIVIDI
08/03/2012

San Francisco è oggi una delle città più all'avanguardia in tema di raccolta differenziata. La seconda città degli Stati Uniti per densità urbana, persegue da 15 anni un intenso programma di raccolta rifiuti volto a raggiungere, entro il 2020, l'ambizioso programma di zero rifiuti - 100% raccolta differenziata e riciclo dei rifiuti prodotti in città. Come? Lo spiega Jack Macy, coordinatore commerciale Zero Waste della SF Environment, l'organizzazione comunale che gestisce il sistema di rifiuti della città, intervistato in esclusiva per Eco-news.
Come avviene la raccolta differenziata a San Francisco?
Abbiamo creato un programma di separazione e raccolta di rifiuti dal nome "Zero Waste", basato sulla separazione dei materiali da riciclare e dei rifiuti da convertire in composta per l'agricoltura locale. Tutti i cittadini e le attività commerciali in città collaborano al progetto, ma anche le industrie giocano un ruolo importante. Oggi ricicliamo il 78% dei nostri rifiuti grazie a un sistema messo a punto da noi in collaborazione con aziende private che si occupano della raccolta porta a porta. La maggiore di queste aziende private è, che impiega, ad oggi, 1000 addetti ai lavori. Noi chiediamo a tutti di separare i rifiuti da riciclare e l'organico per la composta agricola di cui fanno parte gli scarti alimentari ma anche materiali che servono a impacchettare gli alimenti fatti di materia organica. Ad esempio, la plastica biodegradabile è una di questi. Qui a San Francisco abbiamo un'organizzazione di certificazione materie tra le più grandi d'America che produce plastica da compost.
In pratica come funziona il sistema rifiuti cittadini?
Abbiamo ideato un sistema a tre fasi alquanto diverso da molte città americane ed europee. A San Francisco ci sono ovunque tre tipi di bidoni diversi: nel bidone blu vanno tutti i materiali come carta, plastica, metallo, alluminio, vetro, i tradizionali del riciclo, tutto insieme in un unico contenitore. L'idea che vi sta dietro è meno raccolta, meno separazione da parte di residenti e business, meno processi di raccolta differenziati. Questo avviene perché la tecnologia ce lo permette, semplice ma efficace. Vengono utilizzate delle macchine che hanno dei rulli su cui passano le materie e dove vengono separate a seconda del loro peso o materiale. Per esempio la carta, che è più leggera, rimane in superficie mentre le materie più pesanti scendono su altri rulli e proseguono per un'altra strada. I metalli sono attirati da enormi calamite e prendono così il proprio percorso. Visto che pellicole e buste di plastica non sono riciclabili abbiamo chiesto a tutti i negozianti di usare  come sono state introdotte anche in Italia. Tornando ai bidoni, abbiamo poi quello verde per l'organico, dove sono raccolti tutti gli scarti alimentari e quello per i rifiuti non riciclabili che è di colore marrone. Facciamo questo tipo di raccolta differenziata da 15 anni, siamo stati tra i primi della West Coast, oggi tutto questo sta crescendo anche in altre parti degli Stati Uniti. 
Dove finisce il compost prodotto dagli scarti alimentari della città?
Alla base del programma di compost vi è la volontà di creare un prodotto molto ricco e pieno di nutrienti per gli agricoltori dell'hinterland di San Francisco. Gli agricoltori lo preferiscono a quello in commercio proprio perché la ritengono molto nutriente. In questo modo, gli alimenti prodotti nei dintorni della città sono consumati localmente e i suoi scarti reinventati in un compost per produrne di nuovi. Oggi il 40% dei rifiuti cittadini può diventare composta, 50% sono materiali riciclabili e solo il 10% di rifiuti non è riciclabile. Se tutti partecipassero in maniera attiva si arriverebbe a riciclare il 90% dei rifiuti prodotti dalla città di San Francisco. 
Come avviene la raccolta in città e come si incentivano i cittadini e le aziende a riciclare?
La collaborazione è in partnership con aziende private come che mettono i bidoni e container e si occupano della raccolta porta a porta, il metodo scelto per questa città con un altissima densità di popolazione. I residenti e le aziende di San Francisco richiedono a Recology il tipo di bidone di cui hanno bisogno a seconda di quanti rifiuti producono. Pagano così il servizio a seconda della quantità di materiale scartato. Ci sono degli incentivi per tutti, più si ricicla e meno si paga per il servizio di raccolta. Molti incentivi sono volti proprio a far accrescere la collaborazione dei cittadini. Tanto è che abbiamo il 99% degli abitanti attivamente partecipi a questo sistema e il 75 % di attività commerciali coinvolte. A livello mondiale vi sentite tra le realtà più all'avanguardia e c'è qualche Paese che prendete come esempio da seguire? Siamo parte del movimento "zero waste" che è quello più all'avanguardia a livello globale. È molto ambizioso e visionario anche nel ridurre la produzione di materiale che deve essere bruciato per essere smaltito. Guardiamo con interesse alle diverse tecnologie oggi esistenti che sono all'avanguardia a livello di policy: la situazione è legata all'alta produzione di prodotti non riciclabili e fatti da materie prime e non da materie riciclate. Far sì che i prodotti che arrivano sul mercato siano dei green product è un passo importante per raggiungere l'obiettivo zero waste. 
Che misure state prendendo per raggiungere 100% di rifiuti riciclabili?
L'obiettivo di arrivare al 75% di raccolta entro il 2010 è già stato raggiunto. È ambizioso, ma raggiungibile con la collaborazione di tutti. Penso a creare un sistema basato su programmi convenienti per tutti, con buoni incentivi economici e massima separazione e tecnologia per recuperare i materiali da quelli non ancora differenziati, lavorando con le leggi e programmi statali che ammettono al mercato prodotti riciclati. Penso che oggi tutto possa essere ricreato da materia riciclabile e il governo gioca in questo caso un ruolo importante nel fare cambiare rotta alle industrie per renderle più green. Avere come obiettivo lo zero waste è importante e bisogna collaborare per cercare di arrivargli il più vicino possibile alla ricerca di un sistema efficiente. I consumatori sono invitati a collaborare comprando prodotti riciclati e la partecipazione delle industrie, invitandoli a produrre più prodotti riciclati, gioca anche un ruolo importante. 
E in termini di aumento posti di lavoro?
Ci sono diversi tipi e livelli di lavoro. Mille dipendenti sono coinvolti nella raccolta e nel processo della separazione dei rifiuti, questo solo per quanto concerne Recology, poi si contano altre aziende minori che collaborano in città per la raccolta, industrie che riparano, organizzazioni che raccolgono vestiti e li rivendono, chi recupera alimenti e li distribuisce a poveri o animali. Altri lavorano nel business di rivendita di materiali riciclati e imballati e pronti al riuso, vendendo le balle prodotte di materie riciclate a grandi industrie cinese o indiane. L'economia di zero waste ha un grande potenziale nel coinvolgere più persone e accrescere il numero di posti di lavoro nel settore. 
Che cosa pensa della situazione a Roma?
Nel 2010 sono stato alla e dintorni. Hanno un impressionante tecnologia, ma bruciano tanti materiali che sarebbero riciclabili che potrebbero arrivare in strutture come quella di compostaggio di Maccarese. La strategia adottata dalla città di Roma di aumentare la separazione delle risorse è molto importante. Ho notato con piacere un cambiamento tra la mia visita nel 2010 e quella del 2011 dove ho incontrato il sindaco di Roma Gianni Alemanno. Oggi molti cittadini romani ricevono a casa buste per la raccolta differenziata, un sistema vicino al nostro. In molti oggi riciclano, e con il contenuto delle buste di organico si produce compost per l'agricoltura. A Malagrotta ci sono macchinari che dividono cosa va bruciato e cosa può diventare compost. Anche se so che ancora troppo viene bruciato nel sito, le ambizioni della città di Roma sono alte nell'estendere la produzione di compost a Maccarese. 
Quali sono i passi più importanti da intraprendere per la città di Roma?
Roma si pone un grande obiettivo per via della sua densità urbana, ma non dimentichiamo che San Francisco vi è riuscita pur essendo la seconda città degli Stati Uniti per concentrazione di abitanti. Uno sforzo sistematico per la raccolta differenziata va fatto per far sì che diventi per i cittadini un abitudine e per beneficiarne tutti. Nel nostro caso hanno funzionato bene gli incentivi economici che premiano chi produce meno rifiuti con tasse meno alte. Per riciclare di più e coinvolgere tutti, bisogna stabilire degli obiettivi verso zero waste e ottenerli con processi sistematici. Anche le campagne di informazione giocano un ruolo importante per convincere i cittadini a partecipare. Scoprendo dove finiscono i nostri rifiuti e dove potrebbero finire, alimentando industrie e producendo nuovi prodotti invece di finire bruciati e sprecati, in molti acquisiscono una maggiore consapevolezza. La raccolta porta a porta inoltre accresce la collaborazione, ci si sente più controllati rispetto al lasciare i proprio rifiuti in bidoni per strada.

 

Commenta

*
*
*
*
Correlati
Scarti Organici

Dalla Sicilia un robot mangiap…

La rete green accesso al futuro

Non sono passati poi così tant…

EDITORE Primaprint srl - Costruiamo il futuro sostenibile della stampa in Italia
Via dell’Industria, 71 – 01100 Viterbo Tel. 0761 353637 Fax 0761 270097
Via Colico, 21 – 20158 Milano Tel. 02 39352910
Web Site: www.primaprint.it