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Biomattone, l'edilizia del futuro
Costruire a km 0 secondo Paolo Ronchetti di Equilibrium, azienda green italiana
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01/08/2012

La filiera corta, concetto entrato nel vocabolario degli italiani da pochi anni, spesso rimane confinato al comparto alimentare. Ha senso parlarne nel campo dell'edilizia? In che termini? Per rispondere a queste domande Eco-news ha sentito Paolo Ronchetti, della Equilibrium srl, azienda della green economy italiana, specializzata nella costruzione al naturale, nel rispetto della valorizzazione della filiera corta e della bioedilizia.

Edilizia, sostenibilità e filiera corta. È possibile usare assieme questi termini?
Fin dagli albori l'edilizia è stata caratterizzata dalla filiera corta e da un basso livello di energia incorporata: i materiali utilizzati venivano reperiti nell'arco di pochi chilometri dal cantiere edile sia che fossero di origine naturale (per es. legno, bambù, paglia, canna palustre, canapa, resine), animale (per es. lana, pelle, grasso) o minerale (sasso, argilla, calce). La quantità di energia usata per estrarre, trasformare, trasportare, utilizzare e smaltire i materiali era limitata poiché le forme disponibili erano solamente il lavoro umano, quello animale o l'energia derivante dal vento o dall'acqua.
Dalla seconda rivoluzione industriale - grazie alla grande disponibilità di energia di origine fossile a basso costo - si sono diffusi materiali sempre più energivori di origine sintetica (polistirene, poliuretano) o comunque snaturati dalla forma originale: si pensi al cemento con l'introduzione di additivi chimici o elementi naturali, cui si sono aggiunti additivi di origine sintetica, come nei pannelli in legno multistrato. La filiera di produzione dei materiali si è sempre più allungata sia per ciò che concerne la fonte delle materie prime, che per la trasformazione, la produzione e la logistica che comportano "viaggi" di materiali di migliaia e migliaia di km. Si pensi per esempio al petrolio greggio estratto in un pozzo del Medio Oriente, trasportato in una raffineria indiana, utilizzato in una fabbrica cinese che produce pannelli in poliuretano che sono utilizzati per isolare le pareti esterne di un edificio a Milano dopo essere passato da un centro di smistamento negli Stati Uniti. Noi abbiamo deciso di accorciare questa filiera e dimostrare che i benefici ottenuti, dal punto di vista economico, sociale e ambientale siano innumerevoli. Da questo approccio nasce il Natural Beton®.
Di cosa si tratta?
È un composto ottenuto combinando il truciolato vegetale di canapa con un legante a base di calce idrata e additivi naturali e che viene usato per realizzare i blocchi di Biomattone® nonché per una nutrita serie di applicazioni edili quali, ad esempio, muratura di tamponamento, cappotti isolanti, tavolati divisori, isolamento pareti, isolamento tetto, isolamento vespaio e termo-intonaco antimuffa. Natural Beton® e Biomattone® sono il risultato di un processo produttivo a basso consumo di energia con conseguente impatto ambientale prossimo allo zero. Il materiale si ottiene combinando meccanicamente a temperatura ambiente il truciolato vegetale di canapa con un legante a base di calce, entrambi prodotti con la logica della filiera corta in Italia.
Perché avete scelto e combinato questi due materiali e quali sono i loro benefici, soprattutto in termini ambientali? 
Il seme della canapa, a qualsiasi latitudine, diventa una pianta di quattro/sei metri di altezza in soli quattro mesi. Durante il ciclo di vita non necessita di pesticidi, erbicidi, fertilizzanti ed acqua. Rigenera il terreno su cui cresce apportando nutrienti senza sottrarli e catturando enormi quantità di CO2 dall'atmosfera (330 kg per ogni Ton di materia secca) immagazzinandola nel suo legno. La calce si ottiene tramite cottura di pietra calcarea a temperature molto più basse (30%) rispetto a quelle del cemento. La funzione della calce è quella di mineralizzare la componente vegetale proteggendola dalla possibilità di decomporsi, di incendiarsi o di essere aggredita da insetti o roditori.
Natural Beton® e Biomattone® contribuiscono fortemente a ridurre i consumi energetici degli edifici (fino al 40% nella ristrutturazione e fino all'80% nella nuova costruzione) oltre a migliorare salubrità degli ambienti e comfort abitativo degli occupanti. La funzione di muratura ed isolamento termo-acustico viene assolta con un unico materiale omogeneo (2 in 1),a differenza dall'edilizia tradizionale che tende ad accoppiare più materiali, evitando quindi l'umidità interstiziale che nasce dove finisce un materiale e ne inizia un altro a causa del diverso valore di permeabilità al vapore dei materiali impiegati. Le superfici realizzate con il Natural Beton funzionano poi come un polmone che respira assorbendo e rilasciando vapore acqueo mantenendo così un livello costante di umidità all'interno dell'edificio e migliorando il comfort abitativo. La capacità di isolamento termico è altissima, così come quella di accumulare e rilasciare calore lentamente, garantendo fresco d'estate e caldo d'inverno. Il tutto grazie a un biocomposto oltretutto economico. Abbiamo svolto una serie di studi - di cui uno in corso con il politecnico di Milano - di LCA (Life Cycle Assessment) e SLCA (Sustainability Life Cycle Assessment) che dimostrano che, con Natural Beton® e Biomattone®, si possono realizzare edifici con emissioni di CO2 inferiori allo zero. <p class="p8">Inoltre, tali materiali e i sistemi di costruzione e isolamento da noi messi a punto, si prestano in maniera ottimale alla logica della filiera corta: la canapa è una pianta che cresce a qualsiasi latitudine e il legante utilizzato è composto prevalentemente da calce idrata (idrossido di calcio), vale a dire roccia calcarea (diffusissima in natura) cotta e successivamente idratata. Il nostro obiettivo è di creare in tutta Italia filiere corte per la produzione del Natural Beton®, con coltivazione e lavorazione della canapa in loco, così da poter costruire a km zero, come i nostri avi.

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