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Sostanze chimiche cancerogene, da Bruxelles limiti all’esposizione dei lavoratori
La Commissione propone soglie più rigide per proteggere i cittadini europei. Quelli esposti in fabbrica a almeno un agente tossico sono 20 milioni
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19/05/2016

Hanno nomi complessi, difficili da ricordare, come 1,2-epossipropano e o-toluidina. Eppure, gli effetti degli agenti tossici negli ambienti di lavoro si vedono tutti i giorni e sono tutt’altro che trascurabili. Due dati su tutti: il cancro oggi costituisce il principale fattore di rischio per la salute dei lavoratori nell'Unione europea, con un’incidenza del 53% contro il 28% delle malattie del sistema circolatorio e il 6% delle malattie respiratorie. In Ue, circa 20 milioni di persone sono esposte sul luogo di lavoro a almeno una sostanza dannosa per la salute. In sostanza, i tumori sono oggi in Europa la prima causa di mortalità professionale.

Per certi composti chimici esistono dei limiti di esposizione ma, ammesso che questi vengano rispettati, il problema è che la situazione come spesso avviene in Europa non è uniforme. “Si vengono a creare situazioni in cui possono godere di un indebito vantaggio competitivo le imprese situate negli Stati membri che applicano livelli meno rigorosi”, spiegano dalla Commissione europea. Una concorrenza sleale che si fa sulla pelle dei lavoratori.

Prendiamo il caso dei composti del cromo VI, inalati dai lavoratori nella produzione e nell’uso di pigmenti, pitture e rivestimenti per metalli, oppure nell’industria aerospaziale. Secondo dati di Bruxelles, quasi un milione di lavoratori in Europa sono esposti a queste sostanze, ma ad oggi cinque Paesi, tra cui Italia e Germania, non hanno ancora nessun limite di esposizione e altri 15, compresi Austria e Gran Bretagna, hanno limiti più alti di quelli che adesso l’esecutivo europeo vuole introdurre.

La Commissione ha infatti proposto una modifica alla direttiva sugli agenti cancerogeni o mutageni del 2004, in cui sono previsti valori limite per 13 sostanze contenute in un elenco di agenti chimici individuati come prioritari. Per altre sette sostanze che necessitano di altre valutazioni, spiegano da Bruxelles, “una proposta relativa alla fissazione di valori limite verrà presentata entro la fine del 2016”. Una misura che “potrebbe consentire di evitare circa 100mila decessi nei prossimi 50 anni”, aumentando la qualità della vita dei lavoratori, riducendo la riduzione di produttività legata nelle imprese ai casi di malattie professionali e facendo diminuire la spesa sanitaria dei Paesi membri.

I nuovi limiti proposti dalla commissaria all'Occupazione e Affari sociali Marianne Thyssen sono in generale migliorativi della situazione attuali. Nel caso della polvere di legno duro, cui sono esposti oltre 3 milioni di lavoratori in Europa e possibile causa di cancro ai seni nasali e cancro nasofaringeo, per esempio, la proposta di Bruxelles è quasi di dimezzare la soglia massima, passando da 5 a 3 mg/m3. Ad oggi sarebbero 18 i Paesi che sforerebbero il livello massimo proposto.

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