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Economia circolare: Bruxelles apre ai concimi organici
La Commissione propone un nuovo regolamento per sostituire i fertilizzanti chimici o minerali con quelli prodotti riciclando rifiuti umidi. Numerosi i vantaggi: meno emissioni e inquinanti dei suoli, riduzione dei consumi energetici e 120mila nuovi posti di lavoro
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23/03/2016
In attesa che arrivi la revisione delle direttive sulle discariche, gli imballaggi e i rifiuti da imballaggio, prevista dal pacchetto sull'economia circolare presentato dalla Commissione europea a dicembre scorso, l'esecutivo di Bruxelles comincia a mettere in campo le prime azioni concrete partendo dal settore dei concimi. Palazzo Berlaymont ha infatti  proposto un regolamento per favorire la diffusione di ammendanti e fertilizzanti organici e ricavati dai rifiuti umidi, con l'obiettivo che questi vadano a sostituire almeno in parte quelli di origine chimica o minerale. L'obiettivo è creare "pari condizioni di concorrenza con i tradizionali concimi inorganici. Saranno così create nuove opportunità di mercato per le imprese innovative, riducendo nel contempo la quantità di rifiuti prodotti, il consumo energetico e i danni ambientali".
Oggi il regolamento comunitario sui concimi in vigore assicura la libera circolazione nel mercato unico soprattutto dei concimi inorganici di tipo convenzionale, solitamente estratti da miniere od ottenuti per via chimica, con processi ad alta intensità energetica e di emissioni. Questo mentre solo il 5% dei rifiuti organici viene riciclato e i concimi organici prodotti rimangono comunque tutti entro i confini dei singoli stati. "Si calcola che, se si riciclassero maggiori quantitativi di rifiuti organici, questi potrebbero sostituire fino al 30% dei concimi inorganici", spiegano da Bruxelles. L'Ue importa attualmente circa 6 milioni di tonnellate di fosfati l'anno, il 90% del suo fabbisogno: un terzo di queste risorse non rinnovabili acquistate oltre confine potrebbe essere rimpiazzato con il fosforo estratto da materiali già presenti nei Paesi europei e oggi poco valorizzati, come "prodotti dell'estrazione da fanghi di depurazione, da rifiuti biodegradabili, da farine di carne e ossa o da letame". E nutrienti recuperati dai rifiuti potrebbero anche sostituire in parte i fertilizzanti azotati di origine sintetica, la cui produzione è responsabile da sola del 2% dei consumi mondiali di energia.
Il regolamento proposto dalla Commissione, che dopo l'adozione da parte di Europarlamento e Consiglio sarà direttamente applicabile nei Paesi membri senza bisogno di un recepimento, introduce norme comuni per la conversione dei rifiuti organici in materie prime che possano essere impiegate per fabbricare prodotti fertilizzanti. Il testo contiene anche prescrizioni in materia di etichettatura, sicurezza e qualità che i prodotti fertilizzanti dovranno rispettare per poter essere commercializzati liberamente in tutto il territorio europeo, oltre a precisi valori massimi di contaminanti come microbi e cadmio.
I vantaggi di un cambio di rotta sarebbero sia ambientali che economici. La Commissione europea stima che "se la quota di mercato del fosforo derivante da nutrienti riciclati passasse nel tempo dall'attuale 5% al 30%, ci si potrebbe aspettare una riduzione del 10% dei prodotti contenenti metalli pesanti utilizzati sui suoli europei". Sul fronte occupazionale, Bruxelles parla di 120 mila nuovi posti di lavoro che potrebbero nascere grazie alle attività di riciclo dei rifiuti organici per la produzione dei concimi.

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