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Acqua di rubinetto vs. acqua minerale, un dilemma italiano
Ancora il 30% gli italiani non si fida dell’acqua di casa, ma la crisi e nuovi sistemi di “approvvigionamento” possono cambiare l’approccio
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04/03/2016

Gli Italiani, insieme ai messicani e agli abitanti dell’Arabia Saudita sono i maggiori consumatori di acqua minerale del mondo, più di 200 litri a persona l’anno. Tre italiani su 10, infatti, dice l’Istat, non si fidano di bere l’acqua di casa, con punte del 60% in Sardegna e vicino al 50% in Sicilia e Calabria. Perché? Gli italiani, spiega Rosario Lembo, presidente del Comitato italiano per il Contratto mondiale per l’acqua, “non si fidano dell’acqua di rubinetto e non sono abituati a berla perché la considerano meno buona e salutare rispetto a quella in bottiglia”. Eppure, l’associazione per la tutela dei consumatori Altroconsumo, in un’inchiesta del 2015 basata su dati di laboratorio, ha verificato che l’acqua degli acquedotti italiani è di ottima qualità. Ed è anche meno cara. Basti pensare, secondo quanto rende noto il gruppo Hera, che 1.000 litri d'acqua minerale in bottiglia costano mediamente 300 euro, mentre la stessa quantità prelevata dall'acqua di rete costa in media 1,90 euro. Certamente, e su questo tutti i tecnici sono d’accordo, l’acqua di rubinetto è molto controllata e entro il 2017 gli stati europei dovranno adottare una Direttiva quadro che rafforza ancora di più i controlli che i gestori devono fare sulla qualità dell’acqua non solo nei punti di prelievo o negli acquedotti, ma fino ai punti di erogazione all’interno delle abitazioni dei singoli utenti. Le ragioni dell’acqua minerale, però, sono sostenute dalle vendite, che nel 2015 secondo i dati di IRI Growth Delivered, sono aumentate quasi dell’8%, e spiegate da Mineracqua, la Federazione delle industrie delle acque minerali, che sottolinea come, l’acqua minerale sia “senza cloro, senza deroghe, senza trasformazioni e senza paragoni”. L’ Italia poi è particolarmente ricca di sorgenti con un patrimonio di acque minerali unico al mondo che ha anche un importante valore economico: occupa oltre 35.000 persone, ha un giro di affari di circa 2,4 milioni, imbottiglia circa 12 miliardi e 500 milioni di litri di acqua minerale, di cui un miliardo viene esportato con un saldo attivo nella bilancia dei pagamenti di circa 400 milioni di euro. E poi l’acqua minerale dà la possibilità di scegliere sia per quanto riguarda il “gusto”, sia per quanto riguarda il tipo e il tenore di sali minerali funzionali alle proprie specifiche necessità. “Variare tra più acque –afferma Mineracqua-garantisce l’assunzione di una più ampia gamma di minerali. L’estate, ad esempio, è consigliabile un’acqua ricca di sali per reintegrare quelli persi con la sudorazione o se si ha una digestione difficile è indicata un’acqua ricca di bicarbonato”. Ma ultimamente, complice la contrazione dei consumi dovuta alla crisi economica e nuovi sistemi di approvvigionamento come l’acqua alla spina, naturale o gasata, erogata dai distributori pubblici o sistemi di produzione di gasatura domestica, l’acqua di acquedotto comincia a riprendere slancio. A favore dell’acqua di rubinetto poi, afferma Claudio Tagliapietra, General Manager SodaStream Italia, azienda leader nella gasatura in casa, “c’è anche un aspetto ambientale: consumare acqua del rubinetto permette di ridurre le emissioni di CO2 e l’utilizzo delle bottiglie di plastica”. 

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