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Riciclare il calore? Si può e serve a centrare i target Ue di efficienza
Il surplus di calore prodotto da centrali e impianti industriali può essere riciclato in impianti di teleriscaldamento. Germania, Italia Polonia e Regno Unito le più sprecone, lo dice uno studio svedese
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02/12/2015

Nella sempre più numerosa famiglia del riciclo è entrato anche il calore. Riciclare in impianti di teleriscaldamento il calore in eccesso prodotto da centrali elettriche ed impianti industriali può diventare uno dei tasselli per ridurre l’utilizzo delle fonti energetiche primarie e migliorare l’efficienza energetica in Europa centrando il target del 20% di aumento di efficienza entro il 2020. Lo dimostra un recente studio svedese Heat Roadmap Europe: Identifying strategic heat synergy region, pubblicato sulla newsletter della Commissione europea Science for Environment Policy. Lo studio ha disegnato la mappa in 27 stati europei (esclusa Malta) verificando dove si produce calore in eccesso e dove invece c’è domanda di calore per capire quali siano le regioni europee più idonee all’ implementazione su larga scala del teleriscaldamento. Nella mappa sono state analizzate 1281 regioni, all'interno degli Stati membri. dove è stato misurato il calore in eccesso (il cosiddetto calore respinto). Esso è stato riscontrato in 834 regioni e gli stati con maggiori sprechi di calore sono risultati Germania, Italia, Polonia e Regno Unito.  Incrociando tutti i dati i ricercatori hanno identificato le regioni dove si potrebbero sviluppare le “sinergie di calore” , cioè l’ integrazione tra offerta e domanda di calore, si tratta di 63 regioni strategiche  dove viene prodotta quasi la metà (46%) di tutto il calore dei 27 paesi della Ue. Queste 63 regioni rappresentano il 10% della superficie totale della Ue e sono abitate soltanto dal 28% della popolazione europea. “Questi risultati –rilevano i ricercatori- hanno importanti implicazioni politiche, in quanto dimostrano che esiste, per l'Unione europea il potenziale di migliorare la propria sostenibilità e aumentare l'efficienza energetica, utilizzando il surplus di calore attualmente disponibile”.  Secondo lo studio le strategie europee di decarbonizzazione in materia di calore si sono concentrate finora su soluzioni di mercato che hanno coinvolto l’elettricità, il gas e misure individuali di efficienza energetica, invece di prendere in considerazione misure strutturali come il teleriscaldamento.  La legislazione europea in proposito non aiuta, anche se riconosce il ruolo del teleriscaldamento e suggerisce la mappatura locale e nazionale delle risorse di calore, risulta carente in molte parti. Diventa quindi necessario sviluppare una legislazione più attenta all’ importanza del settore calore per l’efficienza energetica. E proprio il Pacchetto Energia dell’Unione ha riconosciuto la necessità di un approccio più mirato verso il settore del riscaldamento e raffreddamento. A tal fine, la Commissione europea sta preparando una strategia comunitaria che dovrebbe essere adottata all'inizio del 2016.

1 Commenti
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Dirimitor scrisse...
È una non notizia, perché ovvia. Dal punto di vista pratico serve a niente se non si stimano i costi per costruire le reti di distribuzione del calore, che se destinato al teleriscaldamento sono delle reti idriche, costosissime da costruire e manutenere. per non dire dei problemi collaterali: siamo disponibili a far riscavare tutte le strade delle nostre città?
dicembre 15, 2015 09:43

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