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Le imprese green italiane lanciano un appello per raffreddare il clima
In vista della Cop 21 di Parigi le industrie si mobilitano in tutto il mondo, più di 80 “colossi” del calibro di Nike, Procter&Gamble e Ikea hanno annunciato azioni per ridurre le loro emissioni.
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11/11/2015

Le imprese di tutto il mondo si stanno mobilitando in vista della Cop 21 di Parigi (30 novembre-11 dicembre) per prendere impegni per diminuire le loro emissioni di gas serra e combattere così i cambiamenti climatici. Non è da meno l’Italia dove le 64 imprese e associazioni di imprese green che compongono il Consiglio nazionale della green economy hanno lanciato un appello per spingere i decisori politici a “raffreddare” il clima. L'appello, che contiene sette proposte, invita prima di tutto il Governo italiano a promuovere attivamente a Parigi un efficace accordo globale sul clima e attivare contemporaneamente misure nazionali di mitigazione e adattamento. (i danni causati dal cambiamento climatico sono stati stimati in almeno 3,5 miliardi di euro l’anno).  Invita poi ad adottare target legalmente vincolanti, ripartiti tra gli Stati secondo criteri di equità e in grado di limitare l'innalzamento della temperatura al di sotto della "soglia di sicurezza" dei 2 gradi centigradi. Nell’ Appello si parla anche di una seria riforma fiscale che, attraverso forme di carbon tax anche associate ad altri sistemi di carbon pricing, sia in grado di attribuire i giusti costi alla CO2, di alleggerire la pressione fiscale su lavoro e imprese, di includere la rimozione dei sussidi dannosi per l'ambiente, a cominciare dai 510 miliardi di dollari concessi alle fonti fossili, e di riallocarli in chiave green. Un ruolo importante lo dovranno svolgere gli interventi sull'efficienza energetica in tutti i settori. Il documento si rivolge anche al mondo agricolo: è importante che diventi protagonista nella lotta ai cambiamenti climatici attraverso la promozione di modelli di gestione del suolo più sostenibili. Infine, per realizzare una transizione verso l’economia verde è necessario puntare sull’eco-innovazione e sull’economia circolare.  L’ Appello che è stato aperto alle sottoscrizione di altre imprese ha già la firma di Barilla, BioChemtex, Ferrovie dello Stato, Landi-Renzo, Montello, Novamont, Philips Italia, Poste Italiane e Viscolube. D’altra parte, secondo dati Unep e Climate Accountability Institute, che hanno contabilizzato l’ impatto del settore privato sul clima,  il peso delle imprese sulle emissioni di CO2 è rilevante: più del 20% delle emissioni globali di gas serra sono da imputare, alle 1000 società più inquinanti e la crisi del clima del ventunesimo secolo è stata causata per gran parte da sole 90 aziende, che hanno prodotto complessivamente circa due terzi del gas serra generato a partire dall’inizio dell’era industriale. Ma se è vero questo è anche vero che il settore privato vede ormai il cambiamento climatico come una minaccia per le attività future. Tanto che proprio nelle settimane scorse  più di 80 colossi industriali come Nike, Procter&Gamble, Ikea hanno annunciato azioni per ridurre le loro emissioni di carbonio e il loro impegno in vista della Cop 21. "Le aziende –ha spiegato Amy Davidson, direttore esecutivo del network internazionale Climate Group-  riconoscono che intraprendere azioni per il clima è una strategia win-win: possono ridurre e stabilizzare le loro bollette energetiche attraverso l'uso di energie rinnovabili e proteggere così le loro imprese dai prezzi fluttuanti dei combustibili fossili".

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