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Estate bollente. Ma il 2016 potrebbe essere il più caldo
Lo fa sapere il Centro meteorologico britannico, che ha analizzato le temperature dell'estate che sta per concludersi e l'attuale situazione legata al Nino, la corrente oceanica nel Pacifico.
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23/09/2015

Il 2014, 2015 e 2016 potrebbero essere gli anni più caldi mai registrati. Lo fa sapere il Met Office, ovvero il Centro meteorologico britannico, che ha analizzato gli ultimi record stabiliti, in particolare quest'estate, e che sta monitorando l'influenza che avrà El Nino nei prossimi anni.

Secondo quanto riportano le analisi del Met, ma non solo, la corrente oceanica presente nel Pacifico potrebbe avere la stessa forte influenza, come avvenuto nel biennio 1997-1998.

Questo avrebbe delle conseguenze su tutto il clima globale, in particolare andrebbe ad agire sui monsoni indiani, aumenterebbe gli eventi siccitosi in Australia, Sudafrica e Indonesia, mentre potrebbe essere una manna per la California, perché vedrebbe aumentare le precipitazioni.

“Le temperature medie globali del triennio 2014, 2015 e 2016 sono vicine a livelli record”, ha spiegato il professor Adam Scaife, del Met all'Indipendent. “È probabile che i tassi di riscaldamento decennale raggiungeranno i livelli della fine del 20mo secolo in un paio di anni”. Il che significa un'impennata alle temperature medie.

Infatti, dopo una fase durata circa 15 anni di “raffreddamento”, durante la quale l'Oceano Pacifico concorreva a ridurre le temperature superficiali, ora sembra che si stia per entrare in una fase di riscaldamento.

“Sappiamo che i modelli naturali contribuiscono alla temperatura globale in un dato anno – spiega il professor Stephen Belcher responsabile del Met Office Hadley Centre, in una dichiarazione all'Ibt – ma le alte temperature registrate quest'anno stanno a sottolineare l'impatto che ha il crescente aumento dei gas serra. Con la possibilità che il prossimo sia un anno molto caldo, è evidente che il nostro clima sta continuando a cambiare”.

Evidente quindi come sia urgente trovare un accordo per limitare le emissioni atmosferiche, in particolare entro il prossimo dicembre, quando si terrà a Parigi la Conferenza internazionale sul clima (Cop21).

Si tratta comunque di eventi che si succedono da millenni, come sottolineato dal professor Scaif. Ma eventi che vanno a sommarsi all'impatto delle attività umane sul clima, cosa che sarà sufficiente a “registrare un altro record”.

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