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Manovra finanziaria
Sussidi all’ambiente salvati in extremis
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21/12/2011

La manovra finanziaria di agosto - L. 148/2011, che ha approvato con modifiche il Dl "anticrisi" 138/11 - si pone l'obiettivo del pareggio del bilancio per il 2013 attraverso una serie di misure che vanno dall'aumento dell'Iva, la cui aliquota passa dal 20 al 21%, all'addizionale della tassa automobilistica per i veicoli con potenza fiscale superiore a 225kw, ai tagli alle Regioni e agli enti locali, alla riduzione delle spese dei Ministeri per un totale di 10 miliardi di euro, spalmati nel triennio 2012-2014, operata a partire dal 2012. In un primo momento questi tagli avrebbero dovuto interessare anche il settore ambientale. Difatti il testo originario della predetta legge, approvato in data 13 agosto, conteneva una serie di articoli con cui si abrogava il sistema elettronico di monitoraggio dei rifiuti speciali - meglio noto come Sistri - e si stabiliva la riduzione del 30% degli incentivi sulle rinnovabili. In particolare, l'abrogazione del Sistri era stabilita all'articolo 6 commi 2 e 3, a norma del quale si disponeva l'abrogazione espressa di tutte le norme, istitutive e attuative, del sistema di controllo e tracciabilità dei rifiuti che doveva quindi considerarsi interamente soppresso a far data dal 13 agosto. Tuttavia già all'indomani dell'approvazione, il decreto era stato oggetto di feroci critiche, che hanno addirittura parlato di "regalo alle ecomafie", in quanto tale sistema rappresenta un mezzo utile alla registrazione dei movimenti dei rifiuti, interessando circa 500 siti di smaltimento tra impianti e inceneritori, considerando che la registrazione cartacea degli stessi si prestava a facili abusi. Il Sistri è, infatti, un sistema voluto per arginare fenomeni quali traffico illecito e smaltimento illegale di rifiuti pericolosi. Il cammino verso il reinserimento del sistema Sistri, avvenne già a partire dalla seduta delle Commissioni congiunte Bilancio del Senato e della Camera dei Deputati, del 25 agosto, in cui Rete Imprese Italia, Cgl, Ugl, presentarono un dossier contenente osservazioni sull'abrogazione. Inoltre la stessa Commissione Territorio, Ambiente e Beni ambientali del Senato, aveva espresso parere favorevole al mantenimento del Sistri, in considerazione non solo della necessità di eliminare ogni incertezza sulla sorte dei rifiuti, ma anche "...degli oneri finanziari conseguenti al prevedibile esito di una procedura di infrazione per violazione della normativa comunitaria, che come noto impone per i rifiuti pericolosi l'obbligo della tracciabilità (articolo 17 della direttiva quadro sui rifiuti 2008/98/CE)." Infine, grazie all'approvazione, da parte della Commissione di Bilancio del Senato, di un emendamento al testo del Dl 138/11, il comma 2 e 3 dell' articolo 6, sono stati sostituiti, prevedendo l'inizio dell'operatività del Sistri a partire dal 9 febbraio 2012. Stessa sorte ha riguardato le energie rinnovabili. In tal caso, a sollevare l'indignazione delle varie associazioni di settore e dei gruppi ambientalisti, è stata la norma di cui all'articolo 35 comma 10 del Dl 138/11, ai sensi del quale "...a decorrere dal primo gennaio 2012 tutti gli incentivi, i benefici e le altre agevolazioni, comunque gravanti sulle componenti tariffarie relative alle forniture di energia elettrica e gas naturale, previste da norme di legge o da regolamenti sono ridotti del 30 per cento rispetto a quelli applicabili alla data del 31 dicembre 2010?. In sostanza la norma, che sarebbe entrata in vigore il 1 gennaio 2012, avrebbe comportato una riduzione dei sussidi non solo alle energie verdi, bensì anche al decommissioning nucleare, che interessa le spese per lo smantellamento delle centrali dismesse, ma avrebbe riguardato altresì il c.d. Cip6, in altre parole il provvedimento che concede sussidi alle fonti "assimilate" alle rinnovabili, tra cui alcuni inceneritori di rifiuti. Anche qui le durissime reazioni hanno avuto come conseguenza lo stralcio, nel testo definitivo della manovra, degli ultimi due comma dell'articolo 35. Come infatti sottolineato dall'ex ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani, "...Un taglio non avrebbe portato benefici alla collettività...Al contrario, avrebbe comportato l'eliminazione di agevolazioni alle famiglie numerose e alle classi meno abbienti, mettendo inoltre a rischio il funzionamento di impianti strategici per la gestione dell'emergenza rifiuti. Stiamo lavorando già da tempo alla rimodulazione degli incentivi e del conseguente peso in bolletta, prima con il dlgs rinnovabili, poi con il decreto specifico per il fotovoltaico, dando impulso al settore e intervenendo in modo netto e selettivo su sprechi ed eccessi del passato". La manovra, ha dunque salvato, sebbene in extremis, due tra i settori più importanti della normativa ambientale. Tuttavia appare opportuno ricordare che tagli sostanziali furono già previsti con la finanziaria approvata lo scorso 7 dicembre, e che hanno interessato il Ministero dell'Ambiente, che ha subito tagli pari al 31,2%, ovvero 232,7 milioni in meno, rispetto allo scorso anno la decurtazione dei 900 milioni dedicati ai piani straordinari per la messa in sicurezza delle zone a maggior rischio idrogeologico l'importo della detrazione fiscale del 55% per chi riduce il fabbisogno energetico, che a partire da quest'anno andrà ripartito non più in cinque anni ma in dieci. v 

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