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Filippine: agricoltori del Bicol dicono no al Golden Rice
Gruppi di attivisti chiedono di fermare le prove di coltivazione del riso geneticamente modificato
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29/09/2014

Per fermare le prove sui campi delle Filippine del Golden Rice, una qualità di riso geneticamente modificata, gli agricoltori nella regione Bicol si sono riuniti per rinnovare la loro lotta di protesta che aveva preso il via un anno fa. La coltivazione del Golden Rice è voluta dal governo per ridurre la malnutrizione, soprattutto infantile. Il riso biotech è, infatti, arricchito con il beta-carotene, fonte della vitamina A. Secondo gli agricoltori il governo dovrebbe concentrarsi invece su misure che assicurino un maggior accesso al cibo, la diversificazione delle fonti di cibo disponibili e la produzione alimentare sostenibile. Essi temono che questo ibrido di riso geneticamente modificato contamini le varietà di riso tradizionali e metta a rischio la salute e l‘ambiente.

A un anno dalle prime coltivazioni di Golden Rice sono più di un centinaio gli agricoltori, gli scienziati e i consumatori che chiedono l’arresto immediato di questo esperimento, convinti del fatto che la coltivazione di questa specie non farà che aumentare i problemi di fame e malnutrizione del paese.

Il gruppo che protesta chiede il rispetto dei diritti degli agricoltori sulla terra, sui semi e sulla tecnologia e vuole un approccio sostenibile per raggiungere l’autosufficienza alimentare e lo sviluppo rurale. Bert Autor, portavoce di SIKWAL-GMO, l’organizzazione di Bicol contro il Golden Rice, teme che il riso OGM possa aprire la strada ad altri prodotti alimentari geneticamente modificati che impoveriranno sempre di più agricoltori e li costringeranno ad indebitarsi per acquistare i prodotti necessari per la coltivazione del Golden Rice (sistemi d’irrigazione, fertilizzanti, pesticidi, macchinari vari, semi, ecc). “Crediamo inoltre che l’introduzione del Golden Rice nella nostra regione sia un nuovo espediente per avere il controllo sui nostri semi e sfruttare gli agricoltori.”, chiarisce Autor.

Già nell’agosto del 2013 più di 400 attivisti hanno marciato verso l’ufficio del Dipartimento Regionale di Agricoltura a Pili. Le prime prove di coltivazione hanno portato scarsi raccolti.

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