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Solidarietà ActionAid
Siti internet e social network per combattere la fame e per sostenere l’ambiente
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16/05/2012

Parlando di solidarietà in rete, Eco-news ha interpellato Paolo Roberto Chiovino, digital strategy e video production di ActionAid, un'organizzazione internazionale non governativa attiva in Italia dal 1989 e che ha registrato nel tempo un continuo crescendo in termini di presenza nel mondo, azioni e progetti operati e di persone (sia all'interno, sia come aderenti alle iniziative umanitarie che sono state lanciate) coinvolte.

Qual è la mission principale di ActionAid?
ActionAid si pone la mission di eliminare la povertà e le sue cause in tutto il mondo in particolare, ci stiamo concentrando sul combattere la fame nel mondo. Presenziamo in ben 50 Paesi in tutto il mondo con altrettante sedi in cui (ed è questa una nostra peculiarità) c'è del nostro personale che non è espatriato, ma gente del posto. Ciò è importante perché ci permette di entrare efficacemente in contatto con le comunità locali al fine di conoscerne esigenze e culture. In Italia siamo presenti con le due sedi di Milano e Roma che contano circa 100 persone che vi lavorano. Il Segretariato Internazionale ha sede a Johannesburg in Sud Africa.
Com'è cambiato, con l'avvento della Rete, l'approccio alla solidarietà e come viene utilizzato Internet all'interno dell'organizzazione? 
Con il suddetto avvento, non solo ActionAid ha mutato il suo approccio radicalmente, ma anche la vita professionale al suo interno! Io stesso, ad esempio, prima mi occupavo di organizzazione eventi, sviluppo di gruppi di attivisti in Italia da oltre tre anni, invece, mi dedico quasi esclusivamente di comunicazione verso i media sociali e i canali on line. Questo perché la nostra organizzazione ha riconosciuto l'importanza della rete e dei nuovi media per comunicare e coinvolgere fasce di persone sempre più ampie. Dopo una prima fase di prova e monitoraggio dei risultati, ActionAid è stata strutturata in modo tale da far parte sempre più efficacemente dello scenario comunicativo che sta cambiando in modo radicale e per tutti. Da ciò ne è derivato l'inserimento all'interno dell'organizzazione di nuove professionalità come web master, responsabili di strategie di sviluppo e reclutamento on line, video production… Italia e Inghilterra sono le due sedi dove più ci si dedica per inserirsi nei nuovi scenari della comunicazione, seppur un po' in tutte le sedi del mondo si percepisce il ruolo fondamentale che hanno i nuovi media per diffondere i nostri messaggi. Per dare dei dati, l'anno scorso ben 5000 persone hanno sottoscritto, attraverso la nostra campagna on line, un programma di sostegno a distanza. Abbiamo sviluppato una pagina di Facebook che a oggi conta 26000 contatti. Evidenzio che in tali attività non conta solo quello che tutte queste persone fanno nei nostri confronti, ma anche come noi ci poniamo verso di loro, in che modo rispondiamo alle loro repliche e ascoltiamo le varie opinioni. In altri termini, quando un'organizzazione come la nostra decide di aprirsi ai nuovi media, fa una scelta coraggiosa poiché ciò significa affrontare un dialogo costante in rete il che richiede nuove e idonee risorse umane. Da ciò ne tornano indietro una serie di importantissime informazioni per le scelte e lo sviluppo futuri circa, ad esempio, al come siamo percepiti all'esterno e quali sono gli interessi delle persone che ci seguono. Avete esperienze concrete da segnalare in cui la rete ha ottimizzato i risultati attesi rispetto a un progetto? Come dicevo più di 5000 persone hanno sostenuto la nostra attività attraverso la rete per la campagna on line di sostegno a distanza e questo si è realizzato in tempi relativamente brevi e con minor costi rispetto a una campagna tradizionale. Proprio in questi giorni abbiamo lanciato un nuovo appello per chiedere al Governo italiano di sospendere i finanziamenti a sostegno della produzione di biocarburanti nel Sud del mondo poiché abbiamo scoperto che dietro a questo c'è tutta una dinamica di sottrazione di terreni agricoli destinati all'approvvigionamento delle popolazioni locali che vengono private di cibo. Tale campagna si svolge principalmente on line sul nostro sito www.actionaid.it, su Facebook e su Twitter.
Secondo la vostra esperienza, in che modo "la solidarietà in rete" ha "impattato" nell'ambiente?
 
Premetto che reputo ambiente e sviluppo tecnologico due cardini dello sviluppo in senso ampio, anzi sono così connessi che non ci può essere uno senza l'altro! Per fare un esempio: la tecnologia informatica riduce il consumo di carta che, a sua volta, consente il minor uso di carta e, dunque, meno abbattimento di alberi. ActionAid non solo è concretamente vicino allo sviluppo sostenibile (vedi la recente campagna contro la produzione di biocarburanti che, fra l'altro, non andranno a ridurre le emissioni di gas serra), ma di fatto, vista l'efficacia misurata dei nuovi media per raggiungere ampie fasce di persone e in modo anche più duraturo, ha ormai prioritariamente adottato questo approccio operativo per coinvolgere la gente nei suoi progetti umanitari. Questo le consente di ridurre non solo i costi previsti per una campagna stampa tradizionale, ma anche l'impatto ambientale in termini di consumi di carta e inquinamento per la realizzazione delle stampe e smaltimento dei rifiuti che ne derivano. 

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