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Clima: a Marrakech il 7 novembre si apre la “Cop dell’azione”
I Paesi dovranno prendere impegni concreti dopo le promesse fatte a dicembre a Parigi. Gli ambientalisti chiedono target più stringenti all’Europa, che ha ratificato l’accordo all’ultimo momento
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03/11/2016

Nelle speranze di tutti, dovrà essere la “Cop dell’azione”, quella che ha l’obiettivo di trasformare le promesse fatte a Parigi dai 192 stati in iniziative concrete. La conferenza sul clima numero 22, che si aprirà a Marrakech il 7 novembre 2016, ospiterà i negoziati tra tutti i Paesi che hanno già ratificato l’accordo su come farlo “camminare” con le proprie gambe. 

L’accordo di Parigi entrerà in vigore il 4 novembre, a un mese dalla ratifica del testo da parte dell’Unione europea, decisiva perché ha permesso di superare la soglia critica del 55% delle emissioni “rappresentate” dai Paesi ratificanti. Così, a Marrakech si potrà parlare di come dare corpo al patto, con azioni concrete che i diversi Paesi dovranno mettere in campo per limitare le emissioni e mantenere il riscaldamento globale entro i 2°. Con la possibilità di aggiungere ulteriori sforzi per evitare di superare la soglia degli 1,5°.

Sul tavolo, spiegano dalla Coalizione italiana Clima, ci saranno “le questioni riguardanti le strategie di mitigazione dei cambiamenti climatici, la giusta transizione a un'economia a zero emissioni di carbonio, i finanziamenti e le scelte strategiche necessarie per affrontare le drammatiche conseguenze dei cambiamenti climatici che già oggi subiamo”. Bisognerà anche definire le modalità della revisione dei primi impegni sottoscritti a Parigi, prevista per il 2018.  Sarà un momento decisivo, perché “ad oggi, i decisori del mondo intero hanno dato risposte insoddisfacenti quando non proprio nulle”

Ai tavoli delle trattative, tra gli 87 Paesi che hanno già ratificato, siederà anche l’Italia, che ha dato il via libera al trattato sul clima all’ultimo momento, con i voti delle Camere ad ottobre. Giusto in tempo per poter partecipare ai negoziati di Marrakech ed avere appunto voce in capitolo sulle diverse questioni all’ordine del giorno. 

Alla vigilia della conferenza si moltiplicano le pressioni sull’Unione europea perché recuperi il suo ruolo di leader nell’azione climatica, che Bruxelles ha perso con una ratifica tardiva degli accordi, i primi di ottobre, accodandosi a Cina e Usa- Molte associazioni chiedono che l’Europa presenti alla Cop22 un piano per l’aumento dell’attuale target di riduzione delle emissioni (-40% al 2030), in modo da poter giocare concretamente un ruolo di primo piano nel processo di revisione in programma tra due anni.

Una conferenza che quest’anno arriva in un momento particolare, in coincidenza con le elezioni americane. Gli Usa, con la Cina, hanno ratificato l’accordo lo scorso settembre, facendo da apripista a un alto numero di Paesi. Ora, sull’azione per il clima degli Stati Uniti, secondo emettitore di gas serra, pesa l’incognita legata a chi andrà alla Casa Bianca. Se infatti la candidata democratica Hillary Clinton ha già promesso che si impegnerà per ridurre le emissioni, il repubblicano Donald Trump ha annunciato che se vincerà cancellerà l’accordo negli Usa, convinto che il cambiamento climatico non sia stato causato dall’uomo.

1 Commenti
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Pier Luigi Caffese scrisse...
-dato che l'ordine di base ai media italiani è di parlare il meno possibile di COP22 e di minimizzare il tutto come fa oggi il Corsera del 7.11.16 con Mieli,ci sentiamo in dovere di pubblicizzare COP22 con un Report obiettivo che contrasti il minimizzare o non dire di molti media italiani che si vendono per una mancia pubblicitaria dei petrolieri,altro che 1 miliardo.Bisogna investire 200 miliardi in Europa,di cui 45 miliardi in Italia,200 miliardi in Africa,e 1000 miliardi ciascuno tra America e Asia e riduciamo le emissioni dello 80% garantendo con lo Water Energy Nexus acqua e energia a 7 miliardi di abitanti.Ripartire le emissioni in funzione del consumo finale piuttosto che quello di produzione è solo un escamotage contabile alla Mieli che da storico si ricorda le armi ed i fucili di Mussolini conteggiati piu' volte,mentre bisogna aggredire per sempre le emissioni fossili,passando non solo a rinnovabili ma alla orchestrazione digitale 4.0 di rinnovabili-stoccaggi-grid digitale anche per eliminare per sempre la stupidità di bilanciamento delle rinnovabili con il metano,quando abbiamo il metano rinnovabile ed il biometano tutti e 2 alternativi e producibili a basso costo in ogni area.Noi che da 10 anni ci battiamo per industria 4.0,siamo contrari alla visione italiana che mette l'energia fossile-gas dentro la 4.0.Posso dire che ho analizzato per primo l'industria 4.0 cinese ed oggi la loro formula è migliore della stessa industry 4.0 tedesca e sono disponibile a confermarlo in ogni sede. ​ UNFCCC COP 22 ​ -in un mese si concentrano in Italia e nel mondo avvenimenti che cambieranno il nostro rapporto con l'ambiente e l'energia -se vince Trump gli Usa ritornano indietro in energia fossile carbone e shale gas:fossilizzano l'economia e dicono addio alla decarbonizzazione -se vince Clinton gli Usa seguono la strategia di energia e ambiente pulito di Obama -Onu e COP 22 devono respingere l'idea dei 10 petrolieri di dare una mancetta(argent de poche) di 1 miliardo di $ per continuare indisturbati 30 anni di fossile e gas -in Italia il referendum con la probabile vittoria del si su cui noi puntiamo, non deve far dire al Governo e Mise che si applica sempre la clausola di supremazia per cui se il Governo vuole del fossile gas per la lobby che protegge,le Regioni lo devono subire e gli italiani non hanno diritto di replica.Qui non è piu' una questione ambientalista o Nimby,qui è una questione di salute,di sprechi evidenti,di non economicità nell'investire in 30 anni di infrastrutture fossili ed infine del non rispetto dei trattati COP21 e 22.E se dobbiamo trascinare Bellanova in Tribunale per il Tap,lo farà l'Italia intera ed il Sud che non si sente rappresentato da questi politici ex sindacalisti mediocri che affamano il sud con scelte errate -chi ragiona cosi' non sa che il metano è un pericolo gas serra che persino gli Usa riducono e l'Italia non puo' aumentarlo dato che esiste l'alternativa delmetano rinnovabile e biometano che costa meno dell'importato fossile e non ha emissioni pericolose,anzi le diminuisce dello 83% -l'Italia industriale è ad una svolta 4.0 sostanziale che si collega all'energia 4.0 che è solo rinnovabile-stoccaggi.Chi non messo nel computo industria 4.0 da sviluppare,l'energia ha commesso un grave errore e questo è uno dei motivi di diffidenza su 70 Universitò che fanno solo ricerche fossili -ho sintetizzato nel Report allegato cosa si discute a COP22 ma mi illudo poco perchè il fuoco di sbarramento dei fossili è gia' iniziato e la stampa italiana parla poco o nulla di Cop22. La Cop 22 in Marocco per i giornali italiani non esiste. La parola d'ordine dei petrolieri fossili europei ed italiani è : 1.minimizzare la pericolosità sul clima indotta dai combustibili fossili 2.far scrivere a firme del giornalismo italiano che quelli della difesa del clima sbagliano tutto 3.basta leggere oggi 7.11.16 il fondo sul Corsera di Mieli che considero una vera "porcata" perchè cita episodi marginali per dimostrare la sua tesi che si eccede sulla difesa del clima.Porcata è parola sdoganata dai politici per dimostrare inciuci lobbistici-politici tremendi 4.Mieli cita sempre fonti inglesi che sono le peggiori, dato che UK ha sbagliato tutto in politica energetica nonostante Oxford e Cambridge.Difatti ora vanno verso un nucleare di III generazione EPR che costa molto ma poi gli incentivi li tiriamo fuori noi europei 5.Oggi anche Repubblica Affari& Finanza mette in evidenza una intervista al Ceo DESCALZI dell'Eni che cerca di difendersi ma gli errori suoi e il Presidente Marcegaglia sono sotto gli occhi di tutti ed il Governo se fosse saggio prenderebbe in considerazione un cambio di governance e del modello sbagliato Eni che ha il 56% dei prodotti sul gas e non è capace di produrre un m3 di metano rinnovabile ed 1 litro di biodiesel B100 Il diritto all'assistenza della Terra e del nostro paese Italia.
novembre 7, 2016 11:05

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