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Conto alla rovescia per l’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi
Dopo il rush finale dell’Ue che in un solo giorno ha visto Parlamento e Consiglio evadere la “pratica” clima, oggi lo strumento di ratifica europeo viene depositata all’Onu e partono i 30 giorni per il via libera
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07/10/2016

Conto alla rovescia per l’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi sul clima. L’Unione Europea, responsabile del 10% delle emissioni climateriche, deposita oggi alle Nazioni Unite di New York lo strumento di ratifica del trattato e con la ratifica dell’Europa si supera la soglia delle emissioni richiesta per l’entrata in vigore dell’accordo internazionale ambientale. Come si sa, l’accordo diventerà operativo 30 giorni dopo la ratifica da parte di almeno 55 paesi che nel loro insieme rappresentino almeno il 55% delle emissioni globali di gas a effetto serra. Il numero 55 per i Paesi ratificanti, era stato superato il 21 settembre scorso durante il summit Onu a New York, ma non si era ancora superato il 55% delle emissioni. Fino alla decisione dell’Ue avevano ratificato l'accordo 63 paesi, che rappresentavano il 52,11% delle emissioni globali.

Con il deposito dello strumento di ratifica Ue presso il Segretario generale delle Nazioni Unite a New York, vengono superati quindi i target richiesti dall’Accordo di Parigi e partono così i 30 giorni necessari per la sua entrata in vigore, giusto in tempo per la Conferenza sul clima - COP22 - che si aprirà a Marrakesh il 7 novembre prossimo. Il 4 ottobre scorso con un rush finale, Europarlamento e Consiglio hanno in un sol giorno adottato la decisione per la ratifica dell'accordo che stabilisce il quadro per l'azione globale sui cambiamenti climatici. Questa decisione, molto sofferta, permetterà all’Europa di partecipare da protagonista al tavolo delle trattative a Marrakech, soprattutto dopo che Paesi come Usa, Cina, India, Canada e Brasile avevano già dato il loro via libera. Alla COP 22 di Marrakesh si discuterà della applicazione concreta delle misure necessarie per mantenere gli impegni sottoscritti a Parigi. L’Europa si è impegnata a tagliare le proprie emissioni del 40% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990: un obiettivo che dovrà essere tradotto in un piano d’azione concreto a livello comunitario e dei singoli paesi. Ma come si stanno muovendo i singoli Paesi europei?

Sette Paesi, Ungheria, Francia, Slovacchia, Austria, Malta, Portogallo e Germania hanno già completato il processo di ratifica a livello nazionale, per quanto riguarda l’Italia, il Consiglio dei ministri di lunedì scorso ha approvato il disegno di legge per la ratifica dell'accordo di Parigi che prevede, nell’ambito degli impegni assunti dall'Italia, la partecipazione alla prima capitalizzazione del "Green Climate Fund" con 150 milioni di euro, 50 per ogni anno fino al 2018, che si aggiungono ai 50 milioni già versati nel fondo che sostiene gli sforzi dei Paesi in via di sviluppo. Il provvedimento ora passa al Parlamento e la Presidente della camera Laura Boldrini, durante l’incontro con il segretario generale dell’ONU uscente Ban Ki-moon, ha auspicato che l'Italia approvi l'intesa in tempo utile per il vertice di Marrakech.

Certamente dopo decenni di trattative per rallentare il riscaldamento del pianeta, si può parlare di un risultato eccezionale: per l’entrata in vigore del protocollo di Kyoto ci sono voluti 8 anni, mentre per l’accordo di Parigi sembra proprio che saranno necessari meno di 12 mesi. 

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