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Clima e smog, quando l’ambiente diventa un killer
OMS e AIE contano le vite perdute a causa dell’inquinamento atmosferico e dei cambiamenti climatici, fino a 4 mld di dollari i danni alla salute causati dal clima
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12/07/2016

Ogni anno in tutto il mondo 6,5 milioni di decessi sono riconducibili all'inquinamento atmosferico, la quarta più grande minaccia per la salute umana, dopo l'ipertensione arteriosa, la cattiva alimentazione e il fumo, mentre il cambiamento climatico provocherà ogni anno 250 mila morti in più a causa di malaria e diarrea, stress da caldo e malnutrizione, soprattutto tra i bambini, le donne e tra la popolazione povera più vulnerabile. Questi numeri poi sono destinati ad aumentare in modo significativo nei prossimi decenni, a meno che non si intraprendano azioni più forti per ridurre le emissioni.

Tutte le vittime causate dal cattivo ambiente sono state contate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dal Rapporto dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE), World Energy Outlook Special Report on Energy and Air Pollution “Il peso delle malattie e delle morti causate dai cambiamenti climatici e dall’inquinamento dell’aria – ha osservato Flavia Bustreo, Vice Direttore Generale, Salute della Famiglia, delle Donne e dei Bambini dell’OMS - non solo è tragico, ma anche evitabile. Stiamo lavorando con i governi e le comunità internazionali per contribuire al tentativo di mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Monitoreremo attentamente i progressi, per tracciare e comunicare i risultati sulla salute e condividere quelle azioni che si traducono in vite salvate”.

Secondo l’OMS sono troppo scarse le risorse finanziarie destinate a proteggere la salute dagli effetti del clima: solo 1,5% dei finanziamenti internazionali destinati ai cambiamenti climatici sono, infatti, allocati a progetti per la salute, mentre i costi dei danni diretti alla salute causati dal clima saranno compresi tra i 2 e i 4 miliardi di dollari entro il 2030. L’AIE, da parte sua, ricorda che l’80% della popolazione residente nelle  città che monitorano i livelli di inquinamento, respira aria che non soddisfa le norme di qualità dell'aria fissati dalla OMS. Secondo l’analisi dalla AIE, il settore energetico è la più importante tra le fonti antropiche di emissioni di inquinanti atmosferici: 85% del particolato e la quasi totalità degli ossidi di zolfo e ossidi di azoto. Milioni di tonnellate di questi inquinanti vengono rilasciati nell'atmosfera ogni anno dagli impianti industriali e dalle centrali elettriche, dalle automobili e dai camion, così come dai 2,7 miliardi di persone che utilizzano per cucinare ancora stufe e combustibili inefficienti e inquinanti (come legno, carbone, e altre biomasse).

Eppure, dice il report dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, basterebbe un piccolo aumento degli investimenti nel settore energetico (il 7% degli investimenti totali in energia, corrispondente a circa 4,7 miliardi di dollari) per ridurre del 50% le morti premature dovute all'inquinamento atmosferico entro il 2040.

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