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Ambiente e cultura, dualismo endemico dell'italianità
Lo scorso numero si è parlato della necessità di riabilitare reti e azioni condivise per superare ""l'evo oscuro"" e individualista della contemporaneità.
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11/07/2012

Lo scorso numero si è parlato della necessità di riabilitare reti e azioni condivise per superare ""l'evo oscuro"" e individualista della contemporaneità. Tale concetto si ripete celatamente in questa edizione di Eco-news, non per apparire ridondanti, ma poiché i temi che andremo ad approfondire implicano essi stessi attività sinergiche e collaborative. ""Il momento storico che stiamo vivendo … non mette al riparo nessuno … Gli italiani devono imparare a fare squadra e unire l'ingegno che li caratterizza per superare la crisi"", afferma l'archeologo e scrittore Valerio Massimo Manfredi nell'intervista di ""Primo Piano"" rilasciata alla nostra testata, riferendosi all'esigenza di agire univocamente per salvare le nostre peculiarità. Sì, il patrimonio storico e paesaggistico, i parchi, le aree protette sono linfa vitale del nostro DNA, da alimentare assiduamente per far ripartire lo sviluppo. L'Italia è di per sé ambiente e cultura, dualismo endemico di un territorio che esprime quanto di più originale e prezioso sia possibile individuare al mondo. Allora la tutela e la rivalutazione di questi valori innati potrebbe innalzare il ""rating di qualità"" del nostro peso specifico in ambito globale. Accrescere PIL, in una realtà come quella nazionale, significa dare impulso al turismo, fonte primordiale da cui trarre infiniti vantaggi e prospettive di crescita. ""Il nostro Bel Paese … detiene il primato europeo della biodiversità "", sottolinea Francesco Carlucci, direttore di Federparchi, nel suo articolo. Le aree protette presenti sul territorio italiano sono 1.136 - tra parchi nazionali, regionali e aree protette marine - numeri che fanno esultare il nostro ""orgoglio naturalistico"" e ci mostrano palesemente l'importanza del turismo ecosostenibile in questi ambiti incontaminati. Un settore in evidente incremento quello dell'ecoturismo, che da fenomeno di nicchia si sta propagando quale scelta di massa. Da solo contribuisce a portare, ogni anno, milioni di visitatori a soggiornare in queste aree. Quindi, l'arte e il paesaggio sono beni da ""sfruttare"", in tempi di crisi, ovviamente nel senso positivo del termine. Non solo sotto il profilo turistico, ma anche in quei settori produttivi, oggi in forte contrazione. ""Ad esempio, il settore dell'edilizia … potrebbe convertirsi al restauro e al recupero dei beni artistici italiani"", delinea Costanza Pratesi, responsabile dell'ufficio ambiente e paesaggi del FAI. Dobbiamo, dunque, prospettare nuovi percorsi e uscire da un modello di sviluppo ormai superato, non più in linea con le esigenze sopravvenute. ""D'altro canto, nel nostro Paese, la forza in termini di pensieri innovativi non manca"" - continua Costanza Pratesi - ""ma non trova il dovuto riscontro istituzionale perché ci si crede poco"". Anche se, aggiungiamo noi, lo scampato pericolo della costruzione di una devastante discarica nei pressi di Villa Adriana (Tivoli), tra i monumenti italiani più belli, nonché bene protetto dall'Unesco, mostra come il buon senso stia, in alcuni casi, prevalendo. E questo ci fa ben sperare. 

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