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Allergie, stress e mal di testa: consigli per i mali di stagione
Dagli esperti del Bambini Gesù un decalogo per mitigare la sintomatologia. Tra marzo e giugno picco delle manifestazioni allergiche. In aumento irritabilità e difficoltà di concentrazione
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24/03/2016

Allergie di primavera, stress da cambio di stagione e mal di testa per grandi e piccini: sono queste le note dolenti della primavera in arrivo. Il polline legato alla stagionalità è uno dei nemici numero uno, ma non sono da sottovalutare le escursioni termiche tra notte e giorno e la variazione dei ritmi sonno veglia dovuta ad un aumento della luminosità. Questi cambiamenti coincidono con una crescita della frequenza degli attacchi di cefalea (al Bambino Gesù + 15% delle visite tra marzo e giugno), con il picco delle manifestazioni allergiche e anche con maggiore irritabilità e difficoltà di concentrazione. Gli esperti dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù (allergologo, psicologo e neurologo), ci forniscono le indicazioni per affrontare al meglio questo delicato periodo dell’anno.

Come difendersi dalle allergie: 

1. Evitare gite in campagna nelle ore mattutine, soprattutto nei giorni di sole con vento e clima secco.

2. Scegliere come meta delle proprie vacanze località di alta montagna o di mare. Ricordare che per altitudini medie (600-1000 metri) le stesse piante liberano i pollini circa un mese più tardi rispetto alla pianura.

3. Verificato la pulizia dei filtri di condizionamento dell'auto e della casa.

4. Non tagliare l'erba del prato e non sostare nelle vicinanze di altri spazi in cui sia stata tagliata l'erba.

5. Evitare il contatto con il fumo di tabacco, polveri e pelo di animali.

Ed ecco 5 cose inutili che spesso le famiglie dei bambini allergici ai pollini fanno, ma non giovano ai loro bambini: 

1. Evitare i prati, i campi coltivati e i terreni incolti: i pollini diffondono dovunque, sono progettati per questo. 

2. Chiudere le finestre od evitare che il bambino esca di casa 

3. Abitare ai piani alti

4. Mettere mascherine sul viso del bambino a coprire e proteggere il naso e la bocca, mettere occhiali da sole o cappelli con visiera.

5. Fare lavaggi endonasali: le prove di efficacia sono tenui, il fastidio per il bambino è certo.  

Stress Psicofisico. 

Alcuni studi recenti focalizzano l'attenzione sugli effetti che variazioni di temperatura, umidità e ore di luce hanno sull'organismo, e di conseguenza sul benessere psico-fisico, di adulti e bambini. In questi ultimi esiste una relazione diretta fra corpo e mente che si influenzano reciprocamente, più di quanto non avvenga nell'adulto, nel quale i processi di razionalizzazione e autocontrollo intervengono - più o meno efficacemente - a mitigare questa relazione. 

Quando intervengono fenomeni legati alle allergie stagionali o alla cefalea, c'è la tendenza ad attribuire significati emotivi al proprio malessere e a stati e sensazioni provenienti dal corpo. Spesso chi ne soffre può sentirsi triste, apatico. Talvolta ansioso e inquieto. I bambini non fanno eccezione e non sono esenti da stati d'animo di questo tipo.

Occorre riuscire a dare al corpo e alla mente dei piccoli il tempo di riadattarsi ai nuovi ritmi e alle nuove sensazioni dettate dalla stagione. Dovremmo in questa fase dare ai bambini la possibilità di riorganizzare con calma il loro orologio biologico e aiutarli quanto più possiamo in questo seppur minimo passaggio, che altera il loro equilibrio.

Ecco alcuni consigli per rendere meno traumatico questo momento:

- lasciare loro più spazi dedicati al riposo diurno. Tra un'attività e l'altra, concedere momenti di distensione e di dolce far niente; 

- allentare, ove possibile, gli impegni pomeridiani. Gli impegni scolastici si avviano verso un periodo di intensificazione, dettato dall'approssimarsi della chiusura dell'anno. Non sottovalutare il carico fisico ed emotivo che la fine della scuola comporta;

- proporre attività rilassanti in alternativa a quelle dinamiche e "adrenaliniche". Una passeggiata, un gelato, la lettura di un libro o attività di disegno, o qualsiasi altra attività possa indurre una distensione, a seconda dei gusti e delle attitudini del bambino; vigilare affinché dormano bene e a lungo la notte.

Mal di testa.

L'emicrania rappresenta la più frequente cefalea primaria del bambino, almeno fino all'adolescenza. È tipicamente dovuta ad una predisposizione genetica, testimoniata spesso dalla presenza di altri casi di emicrania nella famiglia di appartenenza. Può manifestarsi a qualsiasi età, persino nei primi mesi di vita, anche se di solito i sintomi nella prima infanzia non includono il mal di testa.

La cefalea tensiva colpisce per lo più nel periodo adolescenziale. In questo caso il dolore è generalmente di intensità medio-lieve, bilaterale e costrittivo -come una morsa- ed è solo eccezionalmente associato a fonofobia, fotofobia e nausea. L'adolescente sembra in grado di proseguire le sue attività.

 

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