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Lupo. Serve davvero un piano di abbattimento?
Dopo l'ennesimo caso di bracconaggio ai danni dei lupi, si riapre la discussione sulla necessità di prevedere un piano per la gestione di lupi, randagi e ibridi. Ma l'abbattimento dovrebbe essere l'ultima delle opzioni.
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23/02/2016

Si è scatenata una vera e propria polemica dopo l'incontro da parte di un Comitato paritetico per la biodiversità al ministero dell'Ambiente con all'ordine del giorno il Piano di conservazione e gestione del lupo.

“Il Piano – fa sapere il ministero - redatto con il contributo dei massimi esperti in materia e oggetto di un ampio confronto con i soggetti istituzionali interessati, individua 21 azioni per migliorare lo stato di conservazione della specie attraverso un’azione congiunta tra Stato e Regioni, avendo come punti fermi le esigenze di pacifica convivenza uomo-lupo e il contrasto al bracconaggio”.


Ma dopo l'uccisione della lupa Selana da parte di un bracconiere, lupa tra l'altro dotata di radiocollare e da tempo seguita e studiata, la polemica si è ulteriormente ampliata, vedendo scontrarsi da una parte allevatori e cacciatori, dall'altra le associazioni ambientaliste e gli zoologi.


Esiste però un differenza tra lupi, cani randagi e ibridi e da tempo in Italia si sono avviati studi di gestione e conservazione. Fortemente contrario il Wwf che in un comunicato spiega che: “Concedere alle Regioni la possibilità di abbattere alcuni esemplari, anche se a certe condizioni, al solo scopo di assecondare le istanze di una parte del mondo agricolo e venatorio, non solo è inaccettabile da un punto di vista di conservazione della specie ma è pericoloso anche per l’economia degli allevatori e per il contrasto al bracconaggio”.


Dello stesso parere anche Ermete Realacci, capo Gruppo alla Camera, che dalla sua pagina ufficiale dichiara: “È una pessima idea permettere l'abbattimento legale dei lupi. Per assicurare la buona conservazione di una specie così importante, tutelare gli allevatori, difendere il loro reddito e le nostre produzioni tipiche la priorità e l'urgenza sono rappresentate dai cani vaganti. A differenza dei lupi, infatti, i cani randagi non temono l'uomo perché lo conoscono, per averci convissuto prima di venir persi, e soprattutto scacciati e abbandonati, e uccidono in maniera disordinata e confusa. I lupi, invece, predano in maniera più selettiva, assicurando anche un efficace 'contenimento', naturale e gratuito, delle popolazioni di cinghiale che costituiscono un grave problema per l'impatto sull'agricoltura e, sempre più, anche sul turismo”.


Non si è fatta attendere comunque la risposta del ministero guidato da Gian Luca Galletti che sottolinea come: “Il piano nella versione oggi al vaglio non prevede autorizzazioni a priori all’abbattimento di lupi, ma la possibilità di attivare deroghe per il loro prelievo nell’ambito del quadro comunitario di riferimento, disposte caso per caso e con precise condizioni riportate nel Piano che rendono il sistema italiano tra i più stringenti a livello europeo. Non è prevista in alcun modo la possibilità di abbattimento di cani randagi, ma azioni di migliore attuazione della legge 281/91 che regola la materia”.


Sta di fatto che il lupo è una delle specie simbolo dell'importanza per quanto riguarda la protezione della biodiversità e che esistono metodi ampiamente sperimentati, efficaci e che ne escludono l’uccisione, dimostrando che la convivenza pacifica è possibile, se non certa.

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