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Probiotici: in gravidanza dimezzano rischio allergie nei neonati
In Italia colpito un bambino su quattro in età prescolare. Eczema, rinite, asma e intolleranza alimentare le forme prevenibili coi “batteri buoni” secondo le linee guida internazionali della World Allergy Organization
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12/02/2016

Una nuova arma contro le allergie nei neonati: l’uso corretto di specifici probiotici fin dalla gravidanza e la loro somministrazione al bambino nell’arco del primo anno di età può ridurre del 50% l’incidenza di allergie. I probiotici sono quelli che vengono definiti batteri buoni” e appartengono a ceppi usati tradizionalmente per integrare la microflora intestinale.  Il dato emerge dalle linee guida internazionali sui probiotici per la prevenzione delle malattie atopiche e autoimmuni promosse dalla World Allergy Organization (WAO) e dal Dipartimento di Epidemiologia Clinica e dal Dipartimento di Epidemiologia Clinica e Biostatistica della McMaster University (Ontario, Canada). Eppure sono ancora poche le mamme che li usano in modo consapevole e i medici ginecologici e pediatri che li prescrivono a scopo preventivo. I dati sulla crescita delle allergie parlano chiaro: solo in Italia, la percentuale di bimbi allergici è più che triplicata negli ultimi 20 anni: erano il 7% nel 1995, oggi ne soffre ben il 25% della popolazione pediatrica. Tra le forme più diffuse, la rinite allergica interessa un bambino su quattro in età evolutiva, seguita dall’asma (circa il 10%) e dalle allergie alimentari che colpiscono il 3% dei piccoli nei primi 2 anni di età. Mentre il flagello per i nuovi nati è rappresentano dalla dermatite atopica, che in meno di un decennio ha registrato una costante impennata di casi (+ 6%) e oggi interessa oltre un milione di bambini. 

 “L’uso specifico di alcuni probiotici, soprattutto durante la gravidanza, è oggi fortemente raccomandato sia per il benessere della madre che per quello del nascituro – spiega il professor Paolo Scollo, presidente nazionale della SIGO, Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia –. Nello specifico, alcuni ceppi probiotici influenzano l’ecosistema batterico vaginale e mantengono un livello di pH adeguati prevenendo infiammazioni e infezioni come le vaginosi batteriche e le vaginiti micotiche. Condizioni particolarmente pericolose perché aumentano in maniera importante il rischio di aborto, di parto pretermine e di complicanze post-partum come l’endometrite o possono incidere sul normale sviluppo del feto e determinare un peso ridotto del neonato alla nascita”.

 “Ma i benefici per il nascituro sono molti di più - sottolinea il dott. Alessandro Fiocchi, Responsabile di Allergologia all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e uno degli autori del documento della World Allergy Organization - secondo le linee guida la somministrazione alle future mamme di alcuni ceppi probiotici durante la gravidanza abbassa del 9% il rischio di eczema nei bambini, se l’assunzione prosegue durante l’allattamento e lo svezzamento la probabilità di sviluppare malattie atopiche si riduce ulteriormente del 15 e del 5%. Alcuni studi evidenziano inoltre che l’assunzione di probiotici prima e dopo il parto è in grado di evitare anche l’insorgere di allergie alimentari e riniti e può ridurre significativamente la durata e l’impatto della infezioni respiratorie, prima che i sintomi diventino cronici”.

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