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L’Agenda Verde italiana parte dal 2 febbraio
Entra in vigore il collegato ambientale che in 79 articoli traccia una road map per un’Italia più green
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02/02/2016

Il primo giorno scritto sull’Agenda Verde italiana è il 2 febbraio. Questa è la data, infatti, in cui entra in vigore il collegato ambientale, la legge 221/2015, che tocca tutti i temi di valenza ambientale sul tappeto e aiuterà società e imprese ad andare nella direzione di un'economia più green e circolare. Il provvedimento, approvato definitivamente dalla Camera il 22 dicembre scorso, dopo un iter parlamentare durato circa tre anni, dal titolo "Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo delle risorse naturali", pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 18 gennaio scorso conta ben 79 articoli che in 13 “capitoli” disegnano un futuro verde per l’Italia. Le misure riguardano Aree marine, tutela della natura e sviluppo sostenibile; Valutazione di impatto ambientale e sanitario; Energia; Acquisti verdi; Gestione dei rifiuti; Bonifiche e danno ambientale; Difesa del suolo; Risorse idriche e acque reflue; Capitale naturale e contabilità ambientale; Materiali da scavo e di estrazione; Animali selvatici e domestici; Impianti radio e sorgenti sonore; Urbanistica ed espropri. I 79 articoli contengono misure che rispecchiano nuovi modi di sentire e nuove sensibilità come il divieto di pignoramento per gli animali d'affezione, da compagnia, utilizzati a fini terapeutici e assistenziali o un raddoppio delle multe per chi getta a terra mozziconi o pacchetti di sigarette (da 60 a 300 euro), rispetto a chi si disfa in maniera ineducata di chewing gum o scontrini.

Accanto a queste norme di “civiltà”, il provvedimento traccia una road map verso la green economy con norme  che rafforzano il recupero e il riciclo delle materie prime seconde e la riduzione della quantità di rifiuti prodotti; le agevolazioni sulle tasse sui rifiuti per i comuni virtuosi; i finanziamenti per attività connesse all'ambiente e alla green economy;  le misure per potenziare e migliorare gli acquisti verdi da parte della Pubblica amministrazione con una corsia preferenziale per le aziende eco-certificate; la reintroduzione, anche se in via sperimentale, per un anno su base volontaria, del “vuoto a rendere” su cauzione per gli imballaggi contenenti birra e acqua minerale serviti al pubblico da alberghi, ristoranti, bar e altri punti di consumo; norme per la difesa del capitale naturale e per l'introduzione di sistemi di remunerazione dei servizi svolti dagli ecosistemi e dall'ambiente.

Un capitolo consistente riguarda la mobilità sostenibile. Sono stanziati infatti 35 milioni di euro per un programma sperimentale nazionale per ridurre il rischio smog delle città che dovrà riguardare gli spostamenti casa-scuola e casa-lavoro attraverso misure di car e bike sharing, car pooling, piedibus, percorsi protetti, la creazione, su base volontaria, di un mobility manager nelle scuole e la possibilità di istituire accanto al “buono pasto” un “buono mobilità” per i lavoratori che usano mezzi di trasporto sostenibili. E’ previsto inoltre un fondo per la progettazione delle opere contro il dissesto idrogeologico, 11 milioni per l'abbattimento degli edifici abusivi in zone a rischio, l'introduzione di misure per la corretta gestione e la valorizzazione dei bacini idrici, il credito d'imposta per le imprese che lavorano alla bonifica dall'amianto un fondo di 1,8 milioni di euro per le Aree Marine Protette; l’ istituzione di “oil free zone”, aree in cui gradualmente il petrolio viene sostituito da energie rinnovabili. Nella legge c’è anche la riforma dell'Enea che, dopo sei anni di commissariamento, dovrà focalizzare la sua azione su risparmio ed efficienza energetica. Questo provvedimento, che è stato anche definito una piccola “finanziaria verde”, dovrà ora fare i conti con la sua reale applicazione. Quasi ogni norma rimanda infatti a successivi decreti e regolamenti che inevitabilmente allungheranno i tempi di questo cammino virtuoso verso la green economy.

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