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Carburante dai rifiuti. Il giacimento (quasi) infinito
Il biometano prodotto da biogas può aumentare le produzione di biocarburanti nel nostro Paese e ridurre così emissioni e la dipendenza da fonti fossili.
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09/11/2015

È stato uno temi principali di Ecomondo, la fiera tenutasi a Rimini e dedicata alla green economy: il biometano come opportunità per il Paese sia per aumentare la percentuale di biocarburanti, sia per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili.

Sì perché il biogas prodotto dagli scarti zootecnici, agroindustriali e dalla lavorazione dei rifiuti organici urbani, è una fonte energetica praticamente inesauribile. Lo confermano i numeri presentati a Ecomondo dal Cic (Consorzio italiano compostatori), che mostrano un aumento del 9,5 per cento della raccolta di scarto organico. Recupero che permette di ottenere  1,3 milioni di tonnellate all'anno di compost con un risparmio di 1,4 Mt di CO2 equivalenti rispetto all'invio in discarica. Ma non solo: “La frazione organica, che è quasi la metà di tutti i rifiuti differenziati in Italia, è importantissima: da essa nasce il compost, un fertilizzante naturale, e da essa si può arrivare alla produzione di un prezioso derivato come il biometano per alimentare i veicoli”, conferma  Massimo Centemero direttore dei Cic.

Quadro confermato anche dal Cib (Consorzio italiano biogas) che spiega come l'Italia sia il terzo produttore al mondo di biogas, dopo Cina e Germania. Biogas prodotto per diversi mercati: energia elettrica, termica, biocarburanti e biomateriali.

Come avviene nell'impianto di Acea Pinerolese dove i rifiuti organici da raccolta differenziata di Torino e di buona parte della area metropolitana, vengono trattati per produrre biometano per uso domestico e per autotrazione. Un vero gioiello tecnologico, come quello che sarà operativo a Montello, in provincia di Bergamo, polo all'avanguardia nel recupero e nella lavorazione di Forsu (Frazione organica dei rifiuti solidi urbani) e di plastica.

Ma il carburante da rifiuti può essere anche quello ricavato da oli alimentari esausti. Come quello prodotto da Eco.Energia che dal 2009 utilizza il sistema Olly® per la raccolta degli oli sia dalle utenze domestiche che commerciali e produttive. “Raccogliere gli oli vegetali anziché gettarli nel lavandino può sembrare un'azione ininfluente, ma non è cosi. Ogni mese una casina Olly® recupera più di 2.000 kg di olio (nel 2014 ne sono stati raccolti oltre 400.000 kg)”. Oli che una volta purificati possono essere trasformati in biodiesel, e aumentare così la percentuale di biocarburanti nel nostro Paese.

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