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Con esposizione a polveri sottili in gravidanza, rischio autismo
Uno studio americano ha associato l’inquinamento atmosferico all’ insorgere di disturbi dello spettro autistico nel bambino
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29/06/2015

Vivere in aree ad alta densità di smog non fa male solo alla propria salute, ma anche, se si è in gravidanza, a quella del bambino che deve nascere. L’ esposizione prolungata durante la gravidanza all’ inquinamento atmosferico da polveri sottili (PM2.5) può aumentare, infatti, il rischio per il bambino di sviluppare Disturbi dello spettro autistico (ASD) e il rischio aumenta se l’esposizione è avvenuta negli ultimi tre mesi di gravidanza Questo il risultato di uno studio compiuto da un team di ricercatori dell’Università americana di Harvard. I disturbi dello spettro autistico costituiscono un grave problema sanitario e comprendono una serie di disturbi che influenzano le interazioni sociali e la comunicazione. In questo gruppo di disturbi c’è la sindrome di Asperger, l’autismo infantile e altri disturbi che compromettono la capacità di socializzare e comunicare. Sebbene i ricercatori abbiano da sempre sottolineato come i geni giochino un ruolo rilevante nello sviluppo dell’ASD, i più recenti studi suggeriscono che l’esposizione della madre durante la gravidanza all’ inquinamento atmosferico può aumentare il rischio che il bambino sia colpito da questa malattia, perché tale esposizione potrebbe interferire con lo sviluppo del cervello del nascituro. Lo studio dei ricercatori di Harvard ha utilizzato i dati del “Nurse Health Study II”, uno studio molto vasto e ancora in corso che monitora la salute di oltre 100.000 infermiere statunitensi dal 1989. Alle infermiere, in un questionario diffuso nel 2005, i ricercatori hanno chiesto se i figli nati tra il 1990 e il 2002 avessero sviluppato l’ASD. Al questionario è seguito poi uno studio avviato nel 2007. Lo studio ha preso in esame 245 bambini che avevano sviluppato l’ASD e 1522, scelti casualmente, senza ASD e ha indagato, utilizzando i dati dell’Agenzia dell’Ambiente americana sull’ inquinamento dell’aria, sull’ esposizione delle madri al particolato nell’ area della loro abitazione, tenendo conto anche di altre fonti di inquinamento come la vicinanza a strade trafficate, a centrali elettriche o l’esposizione a particolari condizioni atmosferiche. Per ogni bambino le esposizioni sono state stimate prima, durante e dopa la gravidanza. I risultati hanno rivelato che c’era una significativa associazione tra l’esposizione della madre durante la gravidanza a PM2.5Bambini a rischio autismo e il bambino colpito da ASD. I ricercatori hanno anche rilevato che il rischio era minore se l’esposizione avveniva prima della gravidanza o se il particolato era meno sottile (PM10). In particolare la ricerca ha stabilito che l’aumento del rischio era associati in particolare con l’esposizione al PM2.5 negli ultimi tre mesi di gravidanza. La ricerca suggerisce comunque di approfondire gli studi per comprendere meglio l’esatto meccanismo legato a questa associazione. 

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