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Bicicletta: Italia cenerentola delle due ruote, ma 6 italiani su 10 interessati
In Europa il nostro Paese è al 17° posto nella classifica della ciclabilità. Per pedalare più spesso, i cittadini chiedono percorsi ciclabili e servizi dedicati
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15/06/2015

Per il momento, tra guardare il Giro d’Italia in tv e spostarsi loro stessi in bici, gli italiani preferiscono la prima possibilità. Ma se è vero che il nostro è uno tra i Paesi meno bike friendly d’Europa, i dati dicono anche che ci sono le potenzialità per cambiare.

Prima della buona notizia, quella cattiva: secondo la classifica stilata dalla European Cyclist Federation poche settimane fa, alla vigilia della conferenza internazionale sulla ciclabilità che si è conclusa il 5 giugno a Nantes, l’Italia è al 17° posto in Europa. Il dossier ha preso in esame cinque criteri: percentuale di popolazione che circola soprattutto in bici, sicurezza dei ciclisti, importanza del cicloturismo, mercato delle bici nuove, presenza di attivisti pro-biciclette. A guidare la lista degli stati più a misura di ciclista, Danimarca, Paesi Bassi e Svezia, mentre peggio dell’Italia (retrocessa di due posizioni rispetto al 2013) fanno i Paesi dell’Est Europa, insieme a Spagna, Portogallo e Irlanda.

Eppure, se la pagella della ECF fotografa una situazione di disagio, poca sicurezza e scarsa importanza del anche a livello turistico, in Italia c’è un forte interesse per la bici che però, soprattutto per mancanza di infrastrutture adeguate, non si traduce in un uso frequente delle due ruote. Secondo un’indagine dell’Istituto superiore di formazione e ricerca per i trasporti (Isfort), il 63% degli intervistati sarebbe disponibile a utilizzare la bici almeno due o tre volte la settimana. Ma a che condizione? L’esigenza principale, nel 77% dei casi, è la presenza di più percorsi ciclabili. A cui si aggiungono, in percentuali molto più basse, l’offerta di più servizi per coniugare gli spostamenti in bici con quelli in bus e in treno (6%) e la presenza di più ricoveri dedicati e sicuri per le bici (6%). Il 10% poi sarebbe disposto a pedalare se ci fosse meno inquinamento, mentre solo poco più dell’1% vorrebbe più servizi di bici in affitto.

Il nostro, insomma, rimane ancora il paradiso degli automobilisti – il 61% degli spostamenti quotidiani infatti avviene ancora in macchina – ma una buona parte degli italiani è disposta a cambiare abitudini di mobilità. Nella sua ricerca l’Isfort ha anche cercato di capire in che modo, secondo i cittadini, lo Stato e le amministrazioni locali dovrebbero investire il denaro pubblico per promuovere politiche per incentivare l’uso di mezzi alternativi all’automobile. “L’84% dei cittadini è favorevole ad incoraggiare l’uso del mezzo pubblico e il 76,7% promuove la scelta di fare maggiori investimenti per la mobilità ciclabile. Per quanto riguarda le politiche di condivisione, i favorevoli al bike sharing sono il 52,6%, inizia a farsi strada il car sharing con il sostegno del 42,2% e il car pooling, sebbene meno conosciuto, raggiunge il 36,6%. Infine poco successo per le politiche a sostegno dei taxi (25,3%)”.

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