Logo
con il patrocinio di
Ecoreati finalmente nel Codice penale, lieto fine per una storia infinita
Ok definitivo del Senato ad un provvedimento atteso da circa 20 anni, fino a 15 anni di reclusione per disastro ambientale.
CONDIVIDI
19/05/2015

Gli ecoreati entrano nel Codice Penale. L’ Aula del Senato, con 170 voti favorevoli, 20 contrari e 21 astenuti, ha dato il via libera definitivo al disegno di legge che introduce i nuovi reati contro l’ambiente. Quello dei reati ambientali è un argomento molto controverso su cui si dibatte da tempo. Se ne parlava già alla metà degli anni ’90 e nel 1999 il Consiglio dei Ministri approvò addirittura un disegno di legge che prevedeva quattro nuovi eco-reati, ma una maggioranza silenziosa che non li gradiva ha avuto, fino ad oggi, sempre la meglio. Anche questo nuovo atto normativo non ha avuto vita facile, ha dovuto subire un ping pong tra Camera e Senato per ben quattro volte tanto che il premier Renzi ha affermato di essere pronto a mettere la fiducia ed è stato anche oggetto di alcune, come sono state definite, “polpette avvelenate” per ritardarne l’approvazione come l’eliminazione e poi l’inserimento della tecnica ambientalmente discutibile dell’air gun per le prospezioni petrolifere. Plaude all’ approvazione, definita “storica” naturalmente il Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, che ricorda che nel provvedimento ci siano norme “irrinunciabili per stroncare quelle attività criminali che vogliono ingrossare le tasche facendo affari distruggendo la natura, calpestando la salute e la dignità delle persone, frenando la crescita”. Il testo è nato da una proposta di legge di Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, (già nel 2001 aveva presentato un’analoga proposta) che si è unificata con quelle simili del M5S e Sel. I nuovi reati che entreranno nel Codice Penale sono l’inquinamento ambientale, il disastro ambientale, il traffico e l’abbandono di materiali ad alta radioattività, l’impedimento del controllo ambientale, l’omessa bonifica. Le pene più severe sono per chi “abusivamente cagiona un disastro ambientale” dove vengono previsti da 5 a 15 anni di carcere. Sono previste due aggravanti, una ecomafiosa e una ambientale, quest’ ultimaconun aumento di pena da un terzo alla metà quando un qualsiasi reato sia commesso allo scopo di eseguire un delitto contro l’ambiente. Nel provvedimento c’è anche il “ravvedimento operoso” per cui è prevista una diminuzione dei due terzi delle pene, mentre i termini di prescrizione per i reati ambientali sono raddoppiati. I nuovi reati sono introdotti nel II libro del codice penale sotto il nuovo Titolo VI-bis “Dei delitti contro l’ambiente”.

Naturalmente non potevano mancare voci discordanti e critiche, quelle dei Verdi che disapprovano il termine “abusivo” posto per il disastro ambientale (“esistono disastri ambientali non abusivi?”, si chiede il portavoce Angelo Bonelli) o quella di Gianfranco Amendola, nome storico delle lotte in favore dell’ambiente, che mette sotto accusa il ravvedimento operoso ”talmente benevolo – dice - da costituire un incentivo a distruggere l’ambiente. Tanto, il responsabile è sempre in tempo a pentirsi e ad uscirne praticamente senza danni”.

Commenta

*
*
*
*
Correlati
Un pianeta in default

E' green la speranza del futur…

La Terra, una quantità data e non dilatabile

L'attenzione all'ambiente è og…

Manovra finanziaria

Sussidi all’ambiente salvati i…

EDITORE Primaprint srl - Costruiamo il futuro sostenibile della stampa in Italia
Via dell’Industria, 71 – 01100 Viterbo Tel. 0761 353637 Fax 0761 270097
Via Colico, 21 – 20158 Milano Tel. 02 39352910
Web Site: www.primaprint.it