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Rame e Alzheimer: la salute parte dal piatto
La dieta indicata da medici e ricercatori per prevenire l’invecchiamento cerebrale: verdura e frutta fresca, vitamina E e B12. L'importanza del movimento
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13/01/2015

La battaglia contro l’invecchiamento cerebrale parte anche dalla tavola. A suggerire la via alimentare insieme ad altre forme alternative di intervento contro il decadimento cognitivo è il gruppo di ricercatori che con i loro studi hanno dimostrato l’esistenza di un legame diretto tra alterazione nel metabolismo del rame e sviluppo della malattia di Alzheimer, riuniti in occasione del Congresso internazionale “Approccio non convenzionale alla malattia di Alzheimer: dalla ricerca alla cura” promosso dall’Istituto di Neurologia del Policlinico Agostino Gemelli di Roma e dall’Ospedale Fatebenefratelli all’Isola Tiberina.

Tra i vari studi, quello condotto su circa 4 mila persone a Chicago (Rush University Medical Center), che ha messo in relazione una dieta a più alto contenuto di rame e grassi saturi e tans-insaturi con la progressione del declino cognitivo, paragonabile a 19 anni addizionali di invecchiamento. Stime del 2010 riportano che sono circa 30 milioni nel mondo le persone colpite da questa malattia e circa un terzo dei casi può essere attribuito a fattori di rischio modificabili (come inattività fisica, fumo, ipertensione, obesità nella mezza età, diabete): ritardare l’insorgenza della  malattia di un anno ridurrebbe dell’11% i casi di Alzheimer sopra i 60 anni nel 2015 (Lancet Neurology, 2014). Tra le indicazioni alimentari e gli stili di vita, soprattutto nei soggetti anziani, è consigliato osservare una dieta ricca di verdure e frutta fresca, introdurre una dose adeguata quotidiana di vitamina E (presente in semi, spinaci ed altri vegetali a foglia larga) e vitamina B12 (efficace anche nella forma di integratore), controllare che le vitamine assunte non contengano né rame né ferro, ridurre  i grassi saturi (come quelli contenuti nelle carni rosse). È utile inoltre fare almeno due ore di sport a settimana.

L’Alzheimer colpisce oggi 30 milioni di persone nel mondo, di cui circa 600 mila solo in Italia. Obiettivo degli studi più recenti nel campo della riabilitazione cognitiva è quello di intervenire con nuove tecniche “non-invasive” di stimolazione magnetica transcranica (TMS) abbinate ai trattamenti di riabilitazione delle facoltà cerebrali, per migliorarne le funzioni e aumentare l’autonomia nel vivere quotidiano.

1 Commenti
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Alessandro scrisse...
L'ennesimo studio che conferma come alcune buone abitudini associate ad una integrazione sana (non quasi ossessiva come alcuni medici propugnano) possa prevenire tantissime malattie! La cosa che mi lascia sempre sbigottito è come molte persone che fanno scelte alimentari salutiste (p.e. vegani e crudisti) rifiutino l'integrazione per partito preso credendo in questo modo di farsi del bene quando in realtà, con un minimo di informazione corretta, capirebbero che con poco sforzo è possibile massimizzare l'efficacia delle loro scelte.
gennaio 14, 2015 12:45

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