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Da Siena nuove speranze per la cura del tumore da amianto
Presentati a Chicago i risultati di uno studio, unico al mondo, sul mesotelioma. Presto la sperimentazione sarà esportata in altri 180 centri e testata su circa 600 pazienti
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06/06/2014

Arrivano da Siena i risultati più incoraggianti per la cura del mesotelioma, una malattia causata dall'esposizione all'amianto, che ha colpito e continua ad aggredire molti lavoratori. Sono stati presentati, infatti, a Chicago, durante il convegno internazionale di oncologia dell'ASCO, i successi ottenuti grazie a uno studio clinico, unico al mondo, effettuato nella provincia toscana, dall'Immunoterapia Oncologica dell'AOU Senese, diretta dal dottor Michele Maio.

È il secondo studio realizzato con un particolare agente terapeutico, il tremelimumab, somministrato a uno specifico gruppo di pazienti con dosi differenti rispetto al primo studio clinico, già pubblicato dal gruppo di ricercatori italiano su Lancet Oncology nel 2013. “I risultati sono più che positivi – spiega Maio – perché il controllo e la stabilità della malattia sono passati dal 30% del primo studio, condotto tra il 2009 e il 2011, a circa il 50% dello studio effettuato tra il 2012 e il 2013”.  I pazienti su cui è stata portata avanti la sperimentazione sono 29 e tutti con mesotelioma già trattato, con fallimento della chemioterapia. “L'arruolamento dei pazienti – aggiunge l'oncologa Luana Calabrò che ha coordinato lo studio – si è concluso a luglio del 2013 e, grazie agli ottimi risultati ottenuti, si è già aperto un terzo studio, di tipo registrativo ed internazionale”.

Lo studio è stato condotto a Siena su pazienti provenienti da tutta Italia ed è stato reso possibile anche grazie al supporto dell'AIRC – Associazione Italiana Ricerca sul Cancro e dell'ITT – Istituto Toscano Tumori della Regione Toscana. “Grazie ai risultati ottenuti a Siena – conclude Maio – l'azienda proprietaria di questo nuovo agente terapeutico ha investito ingenti risorse per sperimentare il nuovo farmaco su 580 pazienti che saranno trattati in circa 180 centri in tutto il mondo". 

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