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Edifici storici a emissioni zero: sfida del futuro
Il futuro energetico si costruisce nelle città, grandi o piccole che siano, dove vive ormai più della metà degli individui e dove è concentrata la gran parte dei consumi energetici del pianeta. In particolare, nelle città i consumi sono dovuti in larghissima misura al comparto edilizio.
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08/11/2011

Il futuro energetico si costruisce nelle città, grandi o piccole che siano, dove vive ormai più della metà degli individui e dove è concentrata la gran parte dei consumi energetici del pianeta. In particolare, nelle città i consumi sono dovuti in larghissima misura al comparto edilizio. Ma come rendere le comunità locali e la società civile strumenti in grado di supportare efficacemente l'individuo? Come passare dal fascino di una teoria ricca di spunti sociali ed economici ad azioni concrete e fattibili? È mia opinione che il settore dove una decentralizzazione di poteri dallo Stato alla società intesa come gruppi di cittadini legati al proprio contesto e cultura di appartenenza sia quello energetico e ambientale. Il manifesto energetico descritto nel mio libro "Le Comunità dell'Energia" di prossima pubblicazione (Quodlibet, settembre 2011) propone, infatti, piani fattibili, finanziabili ed efficienti dal punto di vista del risparmio e del ritorno d'investimento, quali la riorganizzazione energetica della Capitale. Le proposte, però, non mascherano, dietro la facciata tecnica, aspirazioni politico-sociali: il web dell'energia, la creazione di una rete di nodi entro la quale si svolge la produzione, la distribuzione e il consumo di elettricità e calore, è un'idea sovversiva, in quanto mira a rovesciare l'attuale modello autoritario (centralistico-gerarchico) di gestione delle risorse energetiche in nome di una democratizzazione comunitaria e di un'ampia federalizzazione delle risorse che consenta anche una modifica socio-economica del mercato (qui si parla di grid-economy invece di green-economy).
L'obiettivo è quello di promuovere una nuova responsabilità civile e la crescita d'una diffusa consapevolezza scientifica circa le conseguenze di scelte che non possono più essere delegate solo a una separata casta tecnica. Ma in questo modello il ruolo dello Stato è fondamentale perché deve stimolare la società civile con uno sforzo organizzativo e di inquadramento generale necessario per il supporto organico delle capillari realtà territoriali. Inoltre, occorre supplire alla effettiva adeguatezza della società civile di raggiungere e mantenere su tutto il territorio nazionale una omogeneità territoriale e una qualità minima tali da evitare disuguaglianze e disomogeneità. Il rischio, infatti, è quello di avere comunità locali prive di visione strategica e di comprensione delle dinamiche economiche e sociali globali. Con una rete energetica in cui i nodi - intelligentemente interconnessi in una smart grid - rappresentano non solo centri di consumo ma anche di produzione di energia, viene data risposta al tema della responsabilità permanente delle istituzioni e dell'accesso universale ai diritti da parte dei cittadini e si fornisce una strumentazione tecnica necessaria per rendere effettivo l'empowerment delle comunità locali. Le istituzioni dello Stato, come prevede lo stesso principio di sussidiarietà presente nella Costituzione, hanno il compito di supportare le organizzazioni civiche e di responsabilizzare i cittadini che si occupano dell'interesse generale, surrogando le loro debolezze strutturali soprattutto in ambito territoriale. Per concludere, l'Europa è un bene comune? Tra nove anni (obiettivo 20.20.20) tutti gli edifici dovranno essere a emissione zero e mi auguro che la società civile se ne faccia carico. Sono cento anni che abbiamo il petrolio, ora dobbiamo puntare sull'efficienza energetica che è più importante del patto di stabilità (che non funziona). Se vogliamo pensare al futuro. 

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