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Nel 2030 il 13% di elettricità potrebbe essere prodotta dal sole
Un nuovo Rapporto disegna un futuro positivo per il fotovoltaico grazie alla riduzione dei costi, ma in Italia i primi 5 mesi del 2016 sono stati di segno negativo
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06/07/2016

La domanda mondiale di elettricità potrebbe essere soddisfatta nel 2030 per il 13% dal solare fotovoltaico, rispetto al 2% attuale. Questa la previsione dell’Irena, l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili, nel suo nuovo rapporto “Letting in the Light: How Solar Photovoltaics Will Revolutionize the Electricity System” in cui sottolinea come l’industria fotovoltaica mondiale sia pronta ad una rapida espansione trainata da una riduzione consistente dei costi. Secondo il rapporto la capacità fotovoltaica potrebbe raggiungere nel 2030 tra i 1.760 e i 2.500 GW, rispetto agli odierni 227 GW. “Recenti analisi dell’IRENA –ha detto il direttore generale Adnan Z. Amin – hanno dimostrato come la riduzione dei costi del solare non si arresterà, ma anzi si prevede un ulteriore calo del 59% nei prossimi 10 anni”. Il rapporto offre una panoramica del fotovoltaico in termini di diffusione, investimenti, occupazione, ambiente. La diffusione del solare è in costante aumento e nel 2015 ha rappresentato il 20% di tutta la nuova capacità di generazione elettrica: in soli 5 anni la capacità installata è passata da 40 GW a 227 GW. I costi del solare si attestano tra i 5 e i 10 centesimi di dollaro per kWh, ma a maggio 2016 un’asta a Dubai ha attratto un’offerta di 3 centesimi/kWh, a testimoniare la continua contrazione dei costi. Gli investimenti nel solare fotovoltaico costituiscono attualmente oltre il 50% di tutti gli investimenti nel settore delle rinnovabili e ad oggi lavorano nel settore 2,8 milioni di persone. Inoltre il fotovoltaico ha consentito di evitare l'immissione in atmosfera di 300 milioni di tonnellate di CO2 all'anno, e nel 2030 potrebbe far risparmiare al Pianeta 3 miliardi di tonnellate di carbonio. Di fronte a tutti i Rapporti internazionali che disegnano un futuro per le rinnovabili sempre “in rosa”, la situazione italiana appare invece controcorrente. Nei primi cinque mesi del 2016, infatti, il calo delle rinnovabili nella produzione elettrica ha proseguito il suo trend in discesa e si è, anzi, aggravato, con il fotovoltaico e l’idroelettrico che hanno perso ben il 18,3% e il 10% rispetto al 2015. A questo si aggiunge il dato dell’osservatorio sulle rinnovabili di Anie sulle nuove installazioni di fotovoltaico, eolico e idroelettrico che nel primo trimestre 2016 sono diminuite del 25% rispetto all’anno precedente. Il nuovo decreto sulle rinnovabili non fotovoltaiche, entrato in vigore il 30 giugno scorso, regalerà senz’ altro una boccata di ossigeno al settore, ma non sarà in grado, come spiega il responsabile energia della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Andrea Barbabella, “di allineare il Paese ai nuovi obiettivi dell’accordo di Parigi”

1 Commenti
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Gioele scrisse...
A mio avviso il motivo principale del flop in Italia sta nel divieto di utilizzare l'energia prodotta direttamente. L'obbligo di cederla a prezzi irrisori compromette lo sviluppo di produzioni autonome diffuse e la bassa domanda mantiene alti i costi di installazione, tuttora attestati sui €3 per watt
agosto 15, 2016 06:54

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