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La green economy? Fa bene anche all’agroalimentare made in Italy
Presentato il Manifesto della green economy per l’Agroalimentare che avanza sette proposte per vincere la sfida della sostenibilità.
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02/07/2015

Le imprese agro-alimentari che hanno investito nelle tecnologie green esportano il 7,5% in più rispetto a quelle che non hanno fatto questi investimenti, oltre 21.500 aziende agricole italiane possiedono impianti per la produzione di energie rinnovabili, l’agricoltura ha ridotto in 13 anni di più del 25% le emissioni di gas serra e l’Italia è poi prima in Europa per numero di prodotti con il marchio di qualità (DOP, IGP, STG) e al top per produzioni biologiche. Da questi numeri emerge che il modello agroalimentare italiano è già “green oriented”, ma per permettere un ulteriore salto di qualità a questo settore, il Consiglio nazionale della Green economy composto da 65 organizzazioni di imprese green, ha presentato in occasione di Expo 2015 un Manifesto della Green Economy per l’Agroalimentare che contiene sette proposte per accentuare la sostenibilità del modello agricolo alimentare italiano, un vero e proprio pilastro dell’economia nazionale con un valore aggiunto annuo che supera i 260 miliardi di euro, oltre 3,3 milioni di occupati ed un incidenza sul PIL dell’8,7%. Il Manifesto nelle sue sette proposte vuole imprimere una spinta propulsiva verso la green economy che individui metodi di produzione alimentare, sistemi e nuove tecnologie atte a garantire quantità di cibo, qualità, sicurezza, minore inquinamento. “Questo Manifesto – ha detto Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile che è l’organismo di supporto del Consiglio nazionale della green economy – espone il punto di vista della green economy sulla produzione agroalimentare, articolato in proposte sui temi cruciali per l’agricoltura della nostra epoca”: I temi affrontati sono lo sviluppo durevole e di qualità della produzione agroalimentare, il rapporto fra priorità della produzione agroalimentare e la multifunzionalità dell’agricoltura, gli impatti sulle produzioni agroalimentari e le misure per fronteggiare la crisi climatica, i modelli sostenibili di agricoltura, la sicurezza alimentare, lo spreco di alimenti, le minacce alle produzioni agroalimentari e il consumo di suoli agricoli. Tra le numerose misure proposte si parla di potenziare le filiere corte, puntare su produzioni di qualità; sviluppare una bioeconomia che non sottragga suolo alle produzioni alimentari, ma contribuisca alla cura dei territori; adottare pratiche agronomiche in grado di aumentare la resilienza dell’agricoltura ai cambiamenti climatici; evitare l’impiego in campo aperto di organismi geneticamente modificati (OGM); sviluppare misure per evitare il consumo del suolo agricolo, un capitale naturale non sostituibile e infrastruttura verde strategica che si perde ad un ritmo di 55 ettari al giorno. Una priorità questa anche per il Vice-ministro delle risorse agricole Andrea Olivero che ha assicurato che entro l’anno verrà approvata la legge per bloccare il consumo di suolo agricolo.

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