Cardine del workshop, che si terrà presso la sede ENEA di Roma, lo studio del restauro “sostenibile” attraverso il recupero di antiche tecnologie. Si tratta di un progetto di grande rilevanza, finanziato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale nell’ambito della cooperazione Italia-Messico. Il progetto è coordinato da ENEA e vi partecipa come partner messicano El Colegio de Michoacàn. Il progetto prende spunto da un’antica tradizione preispanica del Messico, che utilizzava come additivi nelle malte sostanze di origine vegetale, le quali hanno permesso la buona conservazione di antichi dipinti murali e di altre tipologie di opere d’arte. Tra queste sostanze, un estratto ricavato da Opuntia ficus indica (Nopal in lingua messicana). Principale scopo del progetto è dare scientificità alla tradizione empirica, studiando le proprietà inesplorate dell’estratto di Nopal, ad iniziare dalle proprietà consolidanti e antimicrobiche, finora note e tramandate per esperienza empirica. La definizione di una metodologia scientifica per lo studio delle proprietà di durevolezza delle biomalte e la valutazione della trasferibilità di questa applicazione nel contesto italiano, utilizzando specie vegetali autoctone, sono i due pilastri su cui si articola il progetto. L’argomento si integra con le attività già in corso in ENEA sul biorestauro e rientra nel tema più ampio della bioeconomia, mirata nello specifico alla transizione verso prodotti rispettosi della salute degli operatori e delle opere d’arte, con minimo impatto ambientale, per strategie di conservazione più sostenibili. L’intento del workshop è dare visibilità all’idea progettuale, allargandone in prospettiva gli orizzonti, compresa la valorizzazione delle filiere produttive tradizionali, nel caso specifico del Fico d’India, di rilevanza economica in Sicilia e in Sardegna. Il workshop vuole inoltre esplorare le potenzialità di innovazione scientifica e culturale racchiuse nel connubio tra arte, tradizione e scienza.
