Per promuovere i prodotti nazionali di qualità ambientale presto ci sarà il marchio “Made Green in Italy” previsto dalla legge 221/2015, il cosiddetto collegato ambientale. Per illustrare questa novità, nell’ ambito del progetto Life Prefer ed in collaborazione con GEO, the Green Economy Observatory e con lo IEFE dell’ Università Bocconi, è stato organizzato un workshop in cui verranno illustrati i contenuti del Regolamento attuativo previsto dall’ articolo 21 della legge. I marchi e le certificazioni ambientali sono oltre 450 al mondo, e crescono al ritmo di 12 new entry all'anno e le aziende che li adottano, rispetto alle altre, crescono dell'1,5% in più, assumono il 3,8% in più e la bilancia delle esportazioni segna un più 29%. E’ l’ articolo 21 del collegato ambientale che istituisce lo schema nazionale volontario per la valutazione e la comunicazione dell'impronta ambientale dei prodotti, denominato «Made Green in Italy». Il fine è quello di promuovere la competitività del sistema produttivo italiano nel contesto della crescente domanda di prodotti ad elevata qualificazione ambientale sui mercati nazionali ed internazionali. Entro il 2 agosto di quest’ anno, centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge 221, deve essere emanato dal Ministero dell’Ambiente, il Regolamento che dovrà stabilire le modalità di funzionamento dello schema. Lo schema nazionale volontario ed regolamento dovranno: promuovere l'adozione di tecnologie e disciplinari di produzione innovativi, in grado di garantire il miglioramento delle prestazioni dei prodotti e, in particolare, la riduzione degli impatti ambientali che i prodotti hanno durante il loro ciclo di vita; rafforzare l'immagine, il richiamo e l'impatto comunicativo che distingue le produzioni italiane, associandovi aspetti di qualità ambientale; rafforzare la qualificazione ambientale dei prodotti agricoli; garantire l'informazione, su tutto il territorio nazionale, sulle esperienze positive sviluppate in progetti precedenti.