Come si devono preparare le città per far fronte ai cambiamenti climatici già in atto? Quali cambiamenti nella pianificazione e gestione sono necessari per mettere in sicurezza i cittadini e ridurre gli impatti nei quartieri, sulle infrastrutture che con sempre più intensità e frequenza si stanno determinando anche nel territorio italiano? Per accendere i riflettori su questi temi Legambiente e l’Università Iuav di Venezia hanno promosso un osservatorio – Città-Clima – e pubblicato un libro, “Il clima cambia le città: strategie di adattamento e mitigazione nella pianificazione urbanistica”, che raccoglie i contributi di numerosi autori e prova a individuare una strada per ripensare le forme di intervento nel territorio italiano, che sarà presentato a Roma nella Sala del Carroccio in Campidoglio. Le città sono sempre più calde. Negli ultimi 30 anni si è verificato un incremento delle temperature medie in tutte le grandi città italiane con un aumento record nell’ultimo decennio. Le precipitazioni piovose risultano maggiormente concentrate e intense del passato con periodi siccitosi di maggiore durata. Nel nostro Paese sta aumentando la frequenza di fenomeni estremi violenti come trombe d’aria e alluvioni che sempre più spesso fanno registrare danni ingentissimi e vittime perché aggravati da decisioni di trasformazione del territorio e degli ecosistemi (fiumi intubati, aree urbane completamente impermeabilizzate, edifici realizzati in aree a rischio idrogeologico, inadeguatezza della rete di convogliamento delle acque piovane ecc.). Proprio l’adattamento al clima può diventare, quindi, la chiave con cui ripensare le città, intervenire a partire dalle aree a maggior rischio, per arrivare a cambiare impostazione e priorità di intervento dell’urbanistica in Italia.